mercoledì 30 dicembre 2009

Vendola: "Vinca il migliore..."

Dopo tante polemiche, dopo tante parole, ecco che il PD di Puglia pensa sia il caso di far svolgere le primarie in Puglia per scegliere il candidato alle prossime elezioni regionali per il Centro-Sinistra.
Di seguito riportiamo il post pubblicato da Nichi Vendola sul suo sito alle 15.22 di oggi.

"Mentre scrivo è in corso il tavolo tecnico organizzativo che si pronuncerà sulla data e sulle regole delle primarie con cui il centrosinistra sceglierà il suo candidato alla presidenza della Regione Puglia per le regionali 2010. Io dico ora: che vinca il migliore. Se vincerà Emiliano, naturalmente lo sosterrò. Sono un uomo della sinistra e sono impegnato a sconfiggere la fabbrica delle paure che è il centrodestra che governa l’Italia. Ho cercato in tutti questi mesi di non mettere mai il piede in quell’arena particolare in cui andavano in scena le polemiche, i pettegolezzi, le contumelie, lo straparlare. Ho cercato di rimanere sempre al mio posto e di dire una parola in meno piuttosto che una parola in più, facendomi carico anche di comprendere i sentimenti degli altri interlocutori. Di me posso dire di non essermi mai innamorato del potere. Sono entrato nel potere e ho promesso una cosa: che avrei cercato di non lasciarmi stravolgere l’anima, di non farmi mangiare il cuore dal potere. Alla fine di questa esperienza di Governo regionale, posso dire di essere stato fedele a me stesso: sono stato felice ogni volta che ho modificato, in positivo, la vita a qualcuno. Sono stato talvolta poco attento ai partiti perché mi sono sentito responsabile di 4 milioni e 68mila pugliesi. Quello è diventato il mio partito. Non per spocchia o alterigia nei confronti dei partiti, ma talvolta sono stato un po’ disattento verso le loro esigenze perché mi sono sentito pressato dalla necessità di dare risposte a questo immenso, sconfinato corpo che non è soltanto un corpo elettorale, è un corpo che soffre e che vorrebbe avere diritti. Finisco questa esperienza con la speranza di poter dire: ho lasciato un segno positivo, ho piantato un seme."

martedì 29 dicembre 2009

Basilicata: il pattume e servito!

Oggi, martedì 29 dicembre, a Lavello (PZ), presso il Centro Sociale alle ore 18.00 "Rifiuti Connection", video-inchiesta su rifiuti e l'inquinamento in Basilicata curata da Pietro Dommarco e Vito Foderà per CurrentTV.
Seguirà poi il dibbattito sul tema. Interverranno: Pietro Dommarco, Presidente OLA (Organizzazione Ambientalista Lucana); Ivano Scotti per il Comitato "Diritto alla Salute” di Lavello (PZ); Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani; Marisa Ingrosso, Giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno; Paolo Baffari, Coordinamento “Potenza Attiva”, Miko Somma, “Comitato No Oil” e molte altra associazioni lucane.
L'evento, organizzato dal Comitato Cittadino "Diritto alla Salute" di Lavello in collaborazione con OLA (Organizzazione Ambientalista Lucana) proverà a fare il punto sulla situazione rifiuti e inquinamento nella Regione, aspetto a cui sarà data particolare attenzione riguarderà l'inquinamento prodotto dall'inceneritore "Fenice" nella piana di San Nicola di Melfi (PZ), impianto vicinissimo a Lavello.

sabato 26 dicembre 2009

Emiliano contro Vendola? Siano le primarie a decidere!

[Ansa del 26/12/2009 - ore 17.39]
Puglia: Emiliano si candida per Pd. Sindaco di Bari in lizza per presidenza Regione senza condizioni.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, presidente dell'assemblea del Pd della Puglia, ha deciso di candidarsi alle Regionali del 2010. "Accoglierò la decisione del mio partito - ha detto - senza porre condizioni''. L'assemblea regionale del Pd si riunirà lunedì pomeriggio per indicare in maniera definitiva il candidato presidente alle prossime elezioni regionali.

[da www.sinistraeliberta.eu]
Regionali, Puglia. Fratoianni (SEL): Emilano sfidi Vendola alle primarie
Emiliano sfidi Vendola alle primarie: lo chiede il segretario regionale in Puglia di Sinistra Ecologia, Libertà, Nicola Fratoianni, a proposito della disponibilità data poco fa a candidarsi alla presidenza della Regione Puglia alle prossime regionali dal Sindaco di Bari e pPesidente Regionale del Pd, Michele Emiliano. "Apprendo – afferma Fratoianni – che il Sindaco di Bari ha dato la sua disponibilità a candidarsi senza rete, mi pare che dovrebbe a questo punto, e vista la straordinaria popolarità di cui a suo avviso gode in tutta la Puglia, sfidare Nichi Vendola alle primarie". "Vincerebbe certamente – aggiunge Fratoianni – e avrebbe il merito di tenere unita una coalizione". "In caso contrario il Sindaco di Bari – continua Fratoianni – porterebbe su di sè la responsabilità di restringere la coalizione invece di allargarla e di una rottura dalle conseguenze catastrofiche per la Puglia e per il Comune di Bari". "Mi auguro che il Sindaco di Bari e il Pd – conclude – sappiano valutare con la dovuta attenzione e scegliere nell’interesse delle istituzioni, della democrazia e dei pugliesi".

giovedì 24 dicembre 2009

Il nucleare italiano del Governo Berlusconi...

[da Ecoblog] Il piano del Governo per riportare il nucleare in Italia procede di un nuovo passo: il decreto approvato ieri e che ha avuto alta risonanza nella stampa nazionale, fissa in 33 punti i criteri per individuare i siti che ospiteranno le prime 4 centrali nucleari di terza generazione.

Nel decreto è previsto anche il rimborso che riceveranno i comuni che ospiteranno le centrali. Ma le polemiche diventano ancora più feroci proprio sul reperimento delle risorse economiche paventate; sul fatto che solo dopo febbraio 2010 saranno resi noti i comuni che ospiteranno i siti; non sono stati ancora nominati i vertici dell’Agenzia per la sicurezza nucleare che però ha già il mandato per decreto di individuare i siti idonei per la costruzione delle centrali nucleari.

Secondo quanto riportato dal comunicato stampa del Ministero per lo sviluppo economico:

Nel dettaglio è previsto un beneficio economico onnicomprensivo annuale commisurato alla potenze elettrica nominale dell’impianto nella fase di cantiere, pari a 3 mila euro per megaWatt. Una volta che l’impianto nucleare sarà entrato in esercizio, il beneficio economico sarà commisurato all’energia elettrica prodotta ed immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l’impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’impianto. Nel dettaglio, i benefici attinenti alla fase di realizzazione degli impianti sono destinati per il 40% agli enti locali per le finalità istituzionali e per il 60% alle persone residenti e alle imprese presenti sul territorio circostante il sito, mediante la riduzione della spesa energetica, della TARSU, delle addizionali IRPEF, IRPEG e dell’ICI, secondo criteri e modalità che saranno fissati dagli enti locali interessati. Quelli correlati all’esercizio produttivo degli impianti, invece, saranno destinati alla riduzione della spesa per energia elettrica dei clienti ubicati nei territori dove hanno sede gli impianti.

Secondo Legambiente, come già faceva notare Greenpeace nella sua campagna contro il nucleare, la promessa di pagare bollette più leggere è incompatibile con le azioni individuate dal decreto. Spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente nel suo comunicato stampa:

Il governo deve smetterla con la propaganda sui benefici economici, ambientali ed energetici che garantirebbe il progetto di nuove centrali nucleari, dal quale la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel si tiene ben lontana. Spendendo non meno di 50 miliardi di euro per produrre il 25% dell’elettricità, distoglieremmo tutte le attenzioni e le risorse economiche che potrebbero essere investite subito nella green economy dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Sono queste le uniche soluzioni efficaci e già disponibili per rispettare la scadenza europea del 2020 prevista dal pacchetto energia e clima, ridurre davvero la bolletta e la dipendenza dall’estero e per diversificare le fonti energetiche. Il governo fermi questo progetto, utile per pochi e inutile per la collettività che scatenerebbe inevitabili conflitti istituzionali e sociali già visti, non solo negli anni ‘70 e ‘80, ma anche poco tempo fa a Scansano Jonico per realizzare il deposito geologico dei rifiuti radioattivi, e che né i rimborsi milionari nè l’uso dell’esercito eviterebbero.

Anche il WWF specifica che il decreto non è ben confezionato neanche sulla gestione delle scorie nucleari:

Il decreto, inoltre, prevede la costituzione di un “Parco tecnologico” a cura della Sogin per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Pensa forse il Governo che con un nome così altisonante i cittadini non riconosceranno un deposito di scorie e le strutture per il riprocessamento delle stesse? Esiste il pericolo reale che tale “Parco Tecnologico” sia destinato al riprocessamento delle scorie provenienti dalle centrali in territorio italiano e non solo. La promessa di benefici economici per i comuni che accoglieranno le centrali e altri impianti del ciclo nucleare, oltre a rappresentare un nuovo e ingente esborso a carico dei contribuenti, svela la filosofia di fondo della strategia “compensativa” messa in atto, con l’intento di mettere i cittadini gli uni contro gli altri.

Vendola: "Io non mi ritirerò"...

L'intervento di Nichi Vendola all'Assemblea Costituente di "Sinistra, Ecologia, Libertà"

Nichi Vendola - Assemblea Costituente SEL 19/20-12-2009 from Sinistra Ecologia Libertà on Vimeo.

domenica 20 dicembre 2009

Il nuovo simbolo di "Sinistra, Ecologia, Libertà"...


















Questo il nuovo simbolo di "Sinistra, Ecologia, Libertà" il 19 dicembre 2009 a Roma.






Elementi per il programma di "Sinistra, Ecologia, Libertà"...

All'Assemblea Costituente di "Sinistra, Ecologia, Libertà" del 19 e 20 dicembre 2009 a Roma si è presentato un programma di massima da sottoporre ad approfondimenti in forum e gruppi più ristretti e specifici.
Qui è possibile leggere il programma presentato a Roma.

mercoledì 16 dicembre 2009

Fotovoltaico a prezzi bassi! Il progetto è italiano!

[da ecoblog]
I detrattori del fotovoltaico sostengono che sia una tecnologia dai costi ancora troppo elevati. Ebbene, ricerca e industria hanno tirato fuori dal cilindro una ingegnosa soluzione: convertire il costoso Germanio nel più comune silicio. Le celle solari multigiunzione, oltre a essere economiche, hanno efficienze record di conversione pari al 39% e non si scarta la previsione di arrivare a efficienze superiori al 40%. La tecnica di trasformazione è stata messa a punto dalla Dichroic Cell con l’Università degli Studi di Ferrara e il CNR-INFM (Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto Nazionale per la Fisica della Materia).

Le celle fotovoltaiche sono costituite da Silicio, Arseniuro di Gallio (GaAs), Fosfuro di Indio e Gallio (InGaP),e da Germanio (Ge) che è l’elemento più raro e costoso. Perciò la Dichroic Cell ha pensato di lavorare proprio su questo aspetto cercando elementi più economici che potessero sostiuire il Germanio senza che ne fosse compromessa la resa. La ricerca si è orientata verso il silicio che di contro è l’elemento più disponibile e a buon mercato. Ecco dunque ideato un procedimenti che usa il reattore L.E.P.E.C.V.D. (Low Energy Plasma Enhanced Chemical Vapor Deposition), che funziona come una specie di forno: dopo che è stato depositato il Germanio sul Silicio avviene la trasformazione di un elemento nell’altro.

La sofisticata tecnologia, nata in ambito aerospaziale negli anni ‘90, promette di abbattere del 60% i costi del substrato delle celle fotovoltaiche. Costi che si abbassano del 30% nel caso di un substrato in Germanio puro. La ricerca è stata tenuta segreta fino a oggi, fino a quando cioè non si è riusciti a passare alla produzione su scala industriale. Perciò la Dichroic Cell ha iniziato a commercializzare i pannelli fotovoltaici dal substrato virtuale dallo scorso settembre annunciando l’attuale disponibilità a coprire il 10% del fabbisogno energetico nazionale.

Ha detto Federico Allamprese Manes Rossi, Amministratore Unico della Dichroic Cell S.r.l:

Coraggiosi imprenditori, soprattutto veneti, hanno investito negli studi e nella ricerca applicata dell’Università di Ferrara. I laboratori messi a disposizione da CNR-INFM hanno portato alla realizzazione di una tecnologia strategica e all’avanguardia, valida non solo per il settore fotovoltaico, ma anche per quello aerospaziale e dell’automotive. La lungimiranza dello scorso e dell’attuale governo sta consentendo di portare all’industrializzazione questa iniziativa, patrimonio esclusivo della nostra nazione.

I video di Niche Vendola a "Ballarò" del 15/12/09...

Nichi ha partecipato a Ballarò nella puntata del 15 dicembre dedicata all’aggressione al Presidente del Consiglio. Guarda gli interventi di Nichi durante la trasmissione:

Conferenza Stampa...

Oggi (16/12/2009) alle 15.30 presso la Saletta Cinema dell’Hotel Nazionale - Roma - Piazza Montecitorio 131 - Nichi Vendola parteciperà alla conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, prevista per il prossimo fine settimana.
Nel corso dell’incontro con i media saranno illustrate le posizioni di SeL sulle elezioni regionali 2010.
Alla conferenza stampa saranno presenti, tra gli altri, Claudio Fava, Loredana De Petris, Umberto Guidoni, Paolo Cento, Gennaro Migliore
L’assemblea Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà “In viaggio verso il futuro” - a cui parteciperanno oltre 1.200 delegati eletti dalle assemblee provinciali - si svolgerà sabato 19 dicembre, dalle ore 10, e domenica 20 dicembre presso il Centro Congressi dell’Hotel Marriott Park Hotel (via T. Masala, zona Magliana/autostrada Roma-Fiumicino).

lunedì 14 dicembre 2009

Vendola: "Aggressione barbara e bemente"

[dal blog di Nichi Vendola]
Voglio esprimere la più completa, sincera e sentita solidarietà al Presidente del Consiglio, vittima di un’aggressione barbara e demente che nulla ha a che spartire con le ragioni dell’opposizione politica a questo Governo. Credo sia fondamentale non stancarsi mai di ripetere che la non violenza è elemento fondamentale e fondante, ineludibile, di una sinistra moderna e che nulla può giustificare un episodio come quello che si è verificato stasera a Milano.

Il Presidente Berlusconi ferito al volto...



Tutti sanno che ieri sera il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato aggredito a Milano intorno alle 18.30 da un uomo, non completamente sano di mente, Massimo Tartaglia, di circa quarantanni. Questo non è stato il primo atto contro il Premier, chissà se qualcunio ricorda che nel 2004 venne colpito da un 28enne, Roberto Del Bosco, con un treppiedi...
Ora, indipendentemente dall'evento di queste ore e del precedente atto che ricordavamo, anche noi del Circolo di Lavello (PZ) di "Sinistra Ecologia e Libertà" condanniamo senza "se" e senza "ma" il gesto violento ed auguriamo "al nostro Presidente" di rimettersi presto.
Ciò non toglie che il Governo, e in particolare il Presidente Berlusconi, ha più volte attaccato le Istituzioni, dal Capo dello Stato, al CSM, al Presidente della Camera e taccia tutti i suoi avversari di essere comunisti (alias "di essere i cattivi").
Malgrado il gesto del "pazzo" di turno, resta il fatto che la Riforma Gelmini ha messo alla porta molti precari della Scuola, ha ridotto la speranza per molti ricercato dell'Università, che il Lodo Alfano e le norme sul processo breve sono molto ambigue e appaiono come una sorta di autoprotezione della "politica" (ed in particolare per il Presidente Berlusconi), che il ritorno al nucleare appaia in controtendenza rispetto a molti Paesi europee (come Spagna, Danimarca e Germania) che puntano su efficienza/riduzione dei consumi e sulle rinnovabili, ecc., ecc.
Tra tutte le reazioni di ieri, forse, quella di maggior buon senso di è stata quella espressa dalla Bindi che condanna l'aggressione, manifesta la sua solidarietà al Premier ma avverte come il clima di scontro politico sia stato alzato da tutte le forze in campo (del resto gli attacchi contro le Istituzioni, contro la Chiesa, ecc. sono stati espressi da esponenti della maggioranza) e che il Presidente "[...] ha contribuito anche lui a creare questo clima".
In tutti i casi, auguri Presidente, si rimetta presto...

lunedì 7 dicembre 2009

Assemblea Regionale di "Sinistra e Libertà" di Basilicata

Venerdì, 11 dicembre, a Potenza, presso il cine-teatro "Principe di Piemonte", alle ore 17,30, Assemblea Regionale di "Sinistra e Libertà".
Interverrà il compagno Claudio Fava.
L'assemblea è aperta a tutti.

Nucleare: Enel sceglie da sola i siti...

[di Zaratti - sito Ufficiale SeL]
Si comincia male. Enel sceglie da sola i siti. faremo di tutto per informare i cittadini. Il referendum del 1987 deve essere rispettato. Governo renda noti siti prima di elezioni regionali.

Le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Enel Fulvio Conti, circa il fatto che ha deciso i siti dove dovrebbero essere costruite le centrali nucleari italiane mi sconcertano. In soli quattro mesi dall’approvazione della Legge Sviluppo, infatti, Enel avrebbe già fatto i rilievi e le prospezioni per individuare i siti, in piena autonomia e senza che sia coinvolta la neonata Agenzia per sicurezza nucleare italiana che di certo non ha ancora potuto lavorare, visto che non ne è ancora stato definito l’organigramma. – dichiara l’assessore regionale all’Ambiente Filiberto Zaratti, in merito alle dichiarazioni dell’AD di Enel che saranno trasmesse questa sera su La 7 – Eppure Fulvio Conti ha già in tasca i siti e afferma di aspettare l’imprimatur del Governo per renderli noti. Si tratta di una dinamica opposta a quella che aveva comunicato il Ministro Scajola, il quale più volte ha affermato che il Governo avrebbe identificato le zone nelle quali si sarebbero potute costruire i reattori e la decisione finale l’avrebbero presa le aziende.
Il fatto assolutamente intollerabile è che si cominci già da ora a mettere di fronte a un fatto compiuto i cittadini e l’opinione pubblica, senza che si possa aprire una discussione. È intollerabile che un’azienda privata si arroghi il diritto di ignorare il risultato elettorale del 1987. – prosegue Zaratti – Una simile rapidità inoltre mi lascia perplesso e non vorrei che per prendere una decisione in così poco tempo si siano scelti i siti nei quali erano già presenti i reattori nucleari, incrociandoli con la vecchia Carta dei Siti che è stata redatta dall’Enea ben trenta anni fa quando la consapevolezza circa ai problemi ambientali delle centrali nucleari era molto inferiore a quella di oggi. Se così fosse il Lazio sarebbe fortemente interessato all’opzione nucleare visto che ben tre siti, Montalto di Castro, Borgo Sabotino e Sessa Aurunca (in territorio campano a pochi metri dal confine con il Lazio) hanno ospitato reattori nucleari. Come Regione vigileremo affinché il diritto di esprimersi dei cittadini del Lazio, come a quelli del resto d’Italia, sia rispettato. Chiedo inoltre al Governo di rendere possibile una discussione sulla questione rendendo noti i siti prima delle elezioni regionali.

domenica 6 dicembre 2009

61° Anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti Umani

Car@ compagn@,
L'Assessorato alle Politiche Sociali, Pace e Immigrazione, guidato da Paolo Pesacane, in collaborazione con l'associazione di promozione sociale ''Zer0971'' organizza la II edizione della manifestazione ''Percorsi Umani''.
Appuntamento per il 10 Dicembre presso il Teatro F. Stabile di Potenza con ingresso alle 20:30, sipario h. 21, l’ingresso è gratuito, gli inviti si possono ritirare presso “Unaterra” bottega del commercio equo e solidale in via Plebiscito 26/28 (PZ), o inviando una e-mail a info@zer0971.org
Dal 10 al 21 Dicembre sarà, inoltre, possibile visitare la mostra fotografica “Crisi Dimenticate” in collaborazione con Medici Senza Frontiere, di grande impatto emotivo e composta da 20 fotografie relative alle dieci crisi dimenticate, oggetto del rapporto 2008 di MSF. La mostra sarà allestita presso l’atrio della Provincia di Potenza in piazza Mario Pagano a Potenza.

mercoledì 2 dicembre 2009

“Copenhagen: ripartire da Bali” di Roberto Musacchio


[dal sito nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà]
Mano mano che si avvicina la data di inizio crescono le attese per il vertice di Copenaghen. Una constatazione tutt’altro che banale. Non sono molti infatti nella nostra storia gli eventi da cui ci si aspetta qualcosa di positivo, soprattutto al livello di scelte così globali come quelle in discussione per il clima. La stessa mobilitazione altermondialista di questo decennio si è alimentata di molti appuntamenti “contro“, assegnando la propria ricerca dell’altro mondo possibile a sedi proprie, i social forum, alternative a quelle ufficiali da cui non ci si aspettava altro che minacce.
Il protocollo di Kyoto è una eccezione. Nato, come convenzione, nella temperie del vertice ONU sulla Terra a Rio nel 1992, una sorta di ultimo sprazzo dei tentativi di avere una globalizzazione dolce, tradito dalle incertezze clintoniane, ha dovuto combattere per sopravvivere dopo che al clintonismo sconfitto si sostituì la gelata di Bush. La sua globalizzazione dura tutta a difesa e a promozione del modello di vita americano; Bush elesse quel protocollo a nemico da battere.
La storia della resistenza di Kyoto è una pagina importante della nostra esperienza di questi decenni difficili. Essa ha avuto molte tappe significative come quella di una disponibilità europea ad agire sul clima come un soggetto politico reale e come l’entrata in vigore legale effettiva del protocollo grazie alla firma della Russia. Ma è il punto di svolta che può indicare una sorta di scavallamento della fase più drammatica ed anzi l’avvio di un cammino futuro, quello del cosiddetto dopo Kyoto e cioè del nuovo trattato.
Come è noto la realizzazione della convenzione e del trattato sono affidati ad un lavoro permanente che produce ricorrenti conferenze tra le parti, come la prossima a Copenhagen. Ebbene fu alla penultima, a Bali, che si costruì l’architrave per il dopo Kyoto. Precedentemente, a Montreal, c’era stato un attacco frontale di Bush. Ma a Bali si arriva con la forza del quarto rapporto degli scienziati ONU, l’IPCC che vincerà il premio nobel, e il nuovo rapporto dell’economista Stern che quantifica i costi economici disastrosi della inazione.
La realtà intanto ha mostrato l’aggravarsi oltre le previsioni del cambio climatico e le difficoltà della globalizzazione dura di Bush. A Bali si propone l’architettura per il Kyoto2, un trattato assai più complesso del primo. Ho già usato la metafora che è come passare dalla aritmetica all’insiemistica. Entrano nuovi fattori che devono tener conto di tutto ciò che determina le modificazioni antropiche del clima e sono indispensabili per le politiche necessarie ad affrontarlo. Gli inquinamenti storici; le deforestazioni; il procapite; i trasferimenti tecnologici; i finanziamenti; i meccanismi di sviluppo pulito; l’adattamento ai cambi comunque in atto e molto altro. Rimangono per altro le caratteristiche che hanno fatto di Kyoto un atto capace di successo, e cioè obiettivi e date certe e natura vincolante giuridicamente e dunque sanzionabile. E gli obiettivi di Bali assumono quelli degli scenari proposti dall’IPCC e cioè due step per le riduzioni che questa volta devono essere assai più massicce dell’inadeguato meno 6% sul 1990 per i Paesi industrializzati del Kyoto1. Si tratta infatti di un meno 25-40% al 2020 e di un meno 60-80% al 2°5°. Il documento di Bali per la prima volta è sottoscritto anche da Americani e Cinesi.
Dopo Bali il fatto che ulteriormente rafforza la prospettiva è il varo del pacchetto clima da parte dell’Unione Europea che, pur con compromessi, assume quello scenario con leggi approvate. Tutto ciò rende ragionevole puntare sulla possibilità che si arrivi sul serio al Kyoto2. A Copenhagen? Non è detto, ma non è detto nemmeno il contrario.
Cosa stia succedendo è noto. C’è una scesa in campo del neo G2, Usa e Cina. E cioè il Paese che ha ora il record delle emissioni totali, la Cina; e quello che mantiene saldamente quello delle procapite, e cioè gli USA. Il loro atteggiamento è ambivalente tra un desiderio di “prendere la guida”, ma probabilmente per calare una riforma di Kyoto sui propri interessi, e un rendersi conto che le politiche del clima sono obbligatoriamente multipolari. E infatti alle prime incaute dichiarazioni che depotenziavano Copenhagen, subito duramente criticate da Lula e Sarkozy, ha fatto seguito un investimento su Copenhagen in termini di presenza fisica dei presidenti, un vero evento storico, e di disponibilità ai tagli.
Le critiche di Sarkozy e Lula avevano la forza di poggiare su fatti concreti e cioè il pacchetto europeo approvato e l’impegno sulla non deforestazione dei latinoamericani, che vale il 15 per cento nel conto delle emissioni. Il pacchetto europeo ha poi la forza di aver affrontato concretamente e con leggi molti degli aspetti necessari al Kyoto2 e di averlo fatto secondo lo schema ONU.
Questo per me è il punto focale: tenere gli elementi cardini tipici del protocollo e cioè la valenza giuridica, la certezza di date e obiettivi, la verificabilità, la sanzionabilità, il carattere multipolare, l’inserimento di elementi cooperativi. Altro sarebbe passare ad uno schema “volontario”. Naturalmente anche lo schema Kyoto ha problemi grandi come la creazione di un gigantesco mercato della C02 probabilmente a rischio di speculazioni finanziarie; o le priorità di intervento (l’Africa ha fatto giustamente sentire la propria voce di continente che meno emette e più subisce).
Ma se si esce dallo schema vincolante non si sta più dentro Kyoto. Ci possono essere mediazioni e flessibilizzazioni, ma dentro schema ed obiettivi già sottoscritti a Bali. Per questo la mediazione danese va criticata perché quel 50% al 2050 indietreggia sugli scenari IPCC. Tenere lo schema Bali è decisivo; anche se magari servirà un nuovo appuntamento per ratificare giuridicamente accordi presi a Copenhagen. Dove però è bene decidere il più possibile, il meglio possibile.
Copenhagen celebra un incontro tra questa specifica storia di resistenza e i movimenti altermondialisti. Mette alla prova il nuovo corso di Obama. E’ una occasione che non possiamo perdere perché questo pianeta surriscaldato può continuare a vivere tranquillamente anche quando la vita su di esso per noi specie umana sia resa per nostra colpa impossibile.

No B-DAY...

[dal sito nazionale di SEL]
Il coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà ha deciso di aderire alla manifestazione nazionale del 5 dicembre promossa dai comitati B-day che ha già raccolto migliaia di adesioni attraverso la rete.
SEL partecipa alla manifestazione con la convinzione che sia uno dei momenti della mobilitazione contro il governo Berlusconi, incapace ancora una volta di affrontare serenamente il rapporto con la magistratura e la giustizia e che attraverso la riproposizione di leggi ad-personam come la prescrizione breve intende sottrarsi ai più elementari principi di legalità e democrazia
SEL è convinta che l’opposizione a Berlusconi deve essere innanzitutto opposizione sociale alle scelte economiche e ambientali che questo governo ha fatto.
La crisi dell’occupazione con l’inasprirsi di alcune vertenze, come quella dell’ex Eutelia da una parte e la recente approvazione del decreto sulla privatizzazione dell’acqua dall’altra, sono il segno caratterizzante di una politica del governo che va contrastata attraverso una forte mobilitazione sociale poiché la stessa opposizione presente in parlamento appare ancor una volta inadeguata e non sufficiente.
Alla mobilitazione del 5 dicembre e alle altre che seguiranno nelle prossime settimane, a cominciare da quella indetta da SEL il 7 dicembre per un nuovo patto sul clima in concomitanza al vertice di Copenaghen, sono la condizione essenziale per far crescere una proposta politica alternativa alle destre e al berlusconismo. Siamo convinti che sia urgente definire al più presto una vasta alleanza in grado di mandare a casa questo governo e le sue politiche.
Il coordinamento nazionale di SEL ha anche deciso di incontrare nei prossimi il comitato promotore della manifestazione del 5 dicembre.

lunedì 30 novembre 2009

Basilicata: record per malattie tumorali...

[di Marisa Ingrosso, "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 24/01/2009]
Se i dati sono esatti, l’incidenza dei tumori tra i lucani è superiore a quella che si registra nel resto d’Italia. Nemmeno nelle regioni del Nord, che pure sono zeppe di fabbriche, i maschi presentano un’incidenza simile. Tanto che - ipotizzando eventuali correlazioni con fattori ambientali - sono stati avviati supplementi d’indagine dal Dipartimento della Salute della Regione Basilicata e dall’Arpab. La curva che descrive meglio il fenomeno (relativa ai lucani, da 0 a 84 anni) è contenuta nello studio «Current Cancer Profiles of the Italian Regions». E fa spavento. Dal 1970 in poi, la maledetta curva che assomma tutti i tumori maligni, cresce vertiginosamente; cresce come nessun’altra e, soprattutto, è previsto che continuerà a crescere nel prossimo futuro.
«Gli autori (Andrea Micheli, Silvia Francisci, Paolo Baili e Roberta De Angelis - n.d.r.) appartengono ad un gruppo dell’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano e con dati dei Registri regionali dei tumori, oltreché dell’Istat», spiega Silvia Bruzzone, responsabile dell’indagine dell'Istituto nazionale di statistica «Mortalità per causa». Gli studiosi hanno operato su dati sanitari certi ed hanno fatto delle proiezioni che arrivano fino al 2010. Purtroppo, anche in questo caso, per i soli lucani, le previsioni sono fosche. «Tra gli anni Ottanta e Novanta - spiega la Bruzzone - i tumori sono stati una delle cause principali di morte, soprattutto al Nord. Generalmente, dopo c’è stato un decremento. La Basilicata, invece, è in controtendenza».
Capire «cosa» stia facendo ammalare i lucani non è semplice. Inutile fare raffronti con quanto accade nei territori vicini: in Puglia, in Campania e in Calabria, dagli anni Novanta in poi, l’incidenza delle neoplasie maligne tra gli uomini diminuisce. In queste regioni, quindi, la curva che descrive il fenomeno sembra una collina: cresce fino ad un massimo (rispettivamente, nel 1990, nel 1999 e nel 1994), e poi cala, più o meno rapidamente. A livello nazionale, il picco più alto dell’incidenza delle neoplasie è stato raggiunto nel 1985. Da quel momento, gli italiani si sono ammalati sempre meno, ed è previsto che continui così (soprattutto al Nord). La curva dei lucani, invece, sembra la lama di una falce infinita. Non presenta un picco massimo, non diminuisce mai. Enrico Grande (che ora è in forze all’Istat, ma proviene dall’Istituto Superiore di Sanità) offre due chiavi di lettura: o c’è stato un errore nell’elaborazione dei dati da parte dei suoi ex-colleghi, oppure «il rischio di contrarre tumori in Basilicata è in crescita, con un trend superiore rispetto alle altre regioni. È il trend meno favorevole d’Italia».
Purtroppo, pare proprio che la curva sia in linea con quanto accade: il cancro sta davvero colpendo duro tra i lucani. Lo conferma Gabriella Cauzillo, dirigente dell’Ufficio regionale della Basilicata per le Politiche della prevenzione sanità pubblica, Medicina del lavoro, sicurezza nei luoghi di vita e lavoro, nonché responsabile del Centro operativo regionale dell’Osservatorio epidemiologico lucano: «L’incidenza dei tumori maligni in Basilicata è in aumento e lo confermo. Inoltre, la velocità di aumento dell’incidenza da noi è superiore». «Anche per questi motivi - spiega l’esperta - stiamo facendo degli approfondimenti che tengano conto pure degli eventuali fattori ambientali». Infatti, su iniziativa dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente (che s’è dotata di un settore di epidemiologia), prima dell’estate è stato firmato un protocollo con il Dipartimento alla Salute della Regione Basilicata ed ora si lavora anche a correlare patologie e dati ambientali. Proprio guardando con attenzione i dati contenuti nella «Relazione di attività» redatta dal Registro tumori di Basilicata, si scopre che - tra il 1997 ed il 2005 - sono stati soprattutto i maschi della USL 1 (Venosa) ad ammalarsi di leucemie e di neoplasie alla prostata, al polmone, al retto, al colon, allo stomaco. Mentre sono soprattutto le femmine della ASL 4 (Matera), ad ammalarsi di tumori all’utero, alla mammella e all’ovaio.
«Su questi dati possono influire vari fattori - dice la Cauzillo - ma noi abbiamo comunque avviato un supplemento di indagine in alcune aree individuate come critiche. Per esempio, nel territorio circostante l’impianto Itrec (a Trisaia) e nell’area Sud, ai confini con la Calabria per le rocce con amianto». È fondamentale che si venga a capo di queste «anomalie» lucane. Ma, come sottolinea, la dirigente lucana, «l’epidemiologia è una scelta esatta e necessita di risorse professionali e dedicate». L’auspicio è che - responsabilmente - le istituzioni locali e, ancor di più, nazionali, non facciano mancare il loro supporto.

venerdì 27 novembre 2009

RIFIUTI CONNECTION: quando la realtà supera la fantasia...

Ecco un interessante documentario che ci invita a riflettere e ad agire...

LASME: dalla lotta alle firme...

I fatti da raccontare sono tanti.
Ciò che emerge con evidenza è che dopo una Assemblea in cui si è deciso di continuare la protesta e proporre una diversa soluzione - tanto che alcuni lavoratori dell'industria di San Nicola di Melfi (PZ) hanno iniziato uno sciopero della fame - il fronte sindacale si è rotto.
Dopo l'invio delle lettere di licenziamento, i sindacati, tranne la FIOM, hanno raccolto delle firme per accettare la proposta dell'impresa nella speranza di salvare il salvabile.
Questo atto, favorito anche dall'opinione del consigliere PdL della Regione Basilicata Pagliuca, che sostiene la non democraticità dell'Assemblea in cui si decise di non accettare la proposta aziendale, ha fatto il resto.
La proposta FIOM del 16 Novembre 2009 ci sembra interessante (nell'immagine), ma ora il destino di quella fabbrica e di quei lavoratori quale sarà? L'Accordo aziendale permetterà veramente di assorbire una buona parte dei lavoratori quando sarà a regime? Quali saranno eventualmente i criteri di selezione dei lavoratori? Chi garantisce cosa e chi?
"Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) depreca la rottura dell'unità sindacale e gli atti che ne hanno determinato la spaccatura e chiama a responsabilità tutte le parti in causa.
In una Regione dove il numero degli occupati è sceso al livello del II semestre del 2004 con un numero elevato di cassintegrati, va evitata la rottura sindacale e le facili soluzioni per le aziende.

sabato 21 novembre 2009

VENDOLA: "Mi Ricandido..."

Il video della conferenza stampa di Vendola a Bari per rendere ufficiale la sua ricandidatura a Presidente della Regione Puglia

L'incontro su "Fenice" e la gestione dei rifiuti...

L'incontro di ieri, 20/11/2009 sulla questione dell'inceneritore Fenice e la gestione dei rifiuti in provincia di Potenza organizzato da SeL di Lavello (PZ) è stato piuttosto partecipato; di questo ne siamo felici.
L'evento ha permesso di gettare un sassolino nell'immenso mare di cosa da sapere e comprendere su tutta la questione in oggetto.
Ciò che in sintesi ci sembra si possa dire è che:
- l'Istituzione presente, nelle persone del Presidente della Provincia di Potenza Lacorazza e Assessore all'Ambiente della Provincia Macchia, hanno sostenuto che la questione può essere risolta solo se si avvierà al più presto la raccolta dei rifiuti attraverso la differenziata e che sarà loro interesse seguire la vicenda anche per quanto concerne la questione sanitaria. Per questo, sostengono le istituzioni provinciali, solo l'implementazione del "Piano Provinciale dei Rifiuti" (vedi qui) può permettere di iniziare a discutere di una seria ed attenta analisi dell'incenerimento dei rifiuti;
- rimangono ancora oscuri alcuni punti, in primo luogo i tempi lunghi per la realizzazione del "Piano", la previsione di crescita dei rifiuti forse un po' sovrastimata, l'eccessivo incenerimento dei rifiuti speciali (RS), la necessità di migliorare la programmazione, nonché la mancanza di dati ufficiali e pubblici sull'inquinamento e le malattie eventualmente collegate all'attività di "Fenice".
In conclusione? E' solo un primo incontro, un primo atto sul tema.
Tra gli intervenuti, un grazie particolare a Legambiente Basilicata e WWF di Basilicata.
Qui è possibile visionare le slide introduttive all'incontro.

lunedì 16 novembre 2009

Nuovi saperi crescono...

[Segnaliamo la nascita di una rivista gratuita on-line tutta da scaricare di scienze politiche e sociali scritta interamente da giovani dottori di ricerca del Mezzogiorno - tratto da www.scienzesociali.org]
Dopo l’apertura del portale scienzesociali.org, che da qualche mese cerca di porre all’attenzione delle istituzioni accademiche e del mondo della comunicazione il ruolo dei saperi sociali nella società contemporanea, l’associazione culturale “Accenti” ha deciso di arricchire il suo percorso intellettuale. Nasce così la rivista Accenti – quadrimestrale telematico di scienze politiche e sociali.
Accenti è una rivista interamente gratuita, nata per volontà di un gruppo di dottorandi, oggi dottori di ricerca, che si sono ritrovati in un umido e tardo pomeriggio di novembre a riprendere un discorso iniziato qualche anno prima: il ruolo dei saperi sociali nel nuovo contesto del capitalismo post-fordista, fatto di molteplici precarietà, ancora poco indagate, dove la stessa parola “flessibilità” veniva considerata come pretesto per aprire un dibattito che metteva insieme destini personali ed aspirazione collettiva ad entrare nella sfera pubblica come gruppo innovatore.
Il numero zero della rivista “Accenti” si apre con la sezione Analisi, spazio dedicato alla presentazione dei risultati di ricerca emersi a seguito di indagini sulle realtà sociali e politiche. Segue la sezione Osservazioni, tesa maggiormente a contenere delle riflessioni sulle più recenti tematiche poste al centro del dibattito sociologico e politologico nazionale ed internazionale. Inoltre, un rilievo va posto alla sezione Accenti, un laboratorio collettivo in cui si sperimentano nuovi possibili interrogativi sulla società contemporanea. Non poteva mancare uno spazio dedicato alle recensioni delle ultime novità editoriali.
Vi auguriamo buona lettura, consapevoli che tanta strada va ancora percorsa.

Scarica la rivista

domenica 15 novembre 2009

Attenti agli Assessori...

Pubblichiamo un volantino a firma di tutti i partiti e movimenti del Tavolo del Centro-Sinistra che oggi è all'opposizione nel Comune di Lavello (PZ) distribuito alcuni giorni addietro.
Cliccate sopra per visualizzarlo.

Vendola, una nuova "chance" per la Sinistra in Puglia...

Riportiamo la prima pagina de "Gli Altri", il quotidiano diretto da Sansonetti, in cui si discute della ricandidatura di Vendola come Presidente della Regione Puglia.
A testimonianza della buona gestione del Governatore pugliese, inseriamo un breve video tratto dal sito istituzionale della Regione Puglia, in cui è presentata la campagna/legge sull'acqua pubblica, atto innovativo e in controtendenza rispetto al panorama nazionale, una buona cosa di sinistra...



giovedì 12 novembre 2009

La mafia nell'eolico: come trovare un nuovo business...

[da ecoblog.it dell'11 novembre del 2009 - un monito per chi guarda con superficialità l'eolico nel territorio lucano e di Lavello (PZ)]
La Guardia di finanza ha sequestrato sei impianti eolici tra Carlentini, Siracusa e Palermo e uno a Ploaghe in Sardegna, mentre finiscono sotto inchiesta 12 società con sede a Avellino e in Sicilia che hanno beneficiato dei contributi per la costruzione dei parchi eolici. In tototale sono state fermate 185 pale eoliche per un valore di circa 153 mila euro. Gli impianti sequestrati sono a Carlentini (Sr) con 57 turbine; in provincia di Catania a Militello Val di Catania (Ct) con 18 turbine; a Mineo con 11 turbine e a Vizzini con 30 turbine; a Ploaghe (Ss) con 26 turbine; in provincia di Palermo a Camporeale con 24 turbine e a Partinico e Monreale con 19 turbine.
Tratto in arresto Oreste Vigorito che come scrive TV7 Benevento: "Sessantadue anni, avvocato di origini irpino-napoletane, insieme al fratello Ciro, Oreste Vigorito ha costruito nel corso degli anni un vero e proprio impero. Stimato presidente dell’Enav, l’associazione industriale del settore eolico, proprietario della società di calcio del Benevento, ma soprattutto deus ex machina della Ivpc, il gruppo che gestisce gran parte delle centrali ad energia eolica installate in quasi tutte le regioni italiane. I primi impianti vengono realizzati a Montefalcone, in provincia di Benevento: dodici generatori da seicento chilowatt ciascuno. Successivamente, cresce il numero dei parchi eolici e, con essi, le società che entreranno nel gruppo Ivpc nel quale Vigorito è sempre presente in veste di proprietario, gestore o manutentore degli impianti. Precursore della “green economy”, il gruppo di Vigorito fattura 250 milioni di euro l’anno, con 420 dipendenti e un altro migliaio di posti di lavoro impegnati nell’indotto: un settore di grande redditività economica, quello dell’energia eolica, che in pochi anni ha visto aumentare i ricavi di oltre 43 punti percentuali. Il sogno di Vigorito, al quale stava lavorando alacremente, era il collocamento in Borsa della Italian Vento Power Corporation".
In manette, riferisce Marsala.it anche: "Vito Nicastri, di 53, di Alcamo; Ferdinando Renzulli, 43 anni, di Avellino e Vincenzo Dongarrà, 47 anni, di Enna. Altre undici persone sono state denunciate. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per aver indebitamente percepito contributi pubblici".
Spiega così il meccanismo l’Unione Sarda: "Le regole della truffa erano semplicissime. Prima bisogna attestare la disponibilità di un terreno su cui costruire la centrale eolica (in genere erano terreni concessi dai comuni e poi subconcessi alle società compiacenti); successivamente dimostrare di avere consistenza patrimoniale ed economica per poter far fronte all’investimento e renderlo redditizio: nessun problema se le società potevano contare su delle consorelle nel Regno Unito che al momento opportuno iniettavano nelle casse societarie soldi provenienti da altri finanziamenti pubblici. Un giro di danari tra Olanda, Spagna e Inghilterra. Il gioco delle tre carte, delle scatole cinesi o matrioska. Un investimento sicuro: l’eolico campano vince sempre".
Intanto, Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, stasera è a Striscia la notizia. Leggo dal comunicato stampa: "Vittorio Sgarbi accompagna 100% Brumotti nella costa che unisce Gela a Licata, mostrando lo scempio che è stato compiuto costruendo pale eoliche (molte delle quali non funzionanti) che deturpano uno dei paesaggi più belli del nostro Paese. Il Primo Cittadino di Salemi non riesce a capacitarsi di come nessuno dei politici del luogo voglia salvaguardare la bellezza del paesaggio e ipotizza che dietro la costruzione di questi impianti ecocompatibili (dall’ingente costo di 1 milione e mezzo di euro l’uno) si possa nascondere l’ombra della mafia".

lunedì 9 novembre 2009

Inceneritore "Fenice": parliamone...

Dopo il molto parlare dell'inceneritore "Fenice", il Circolo di "Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) ha inteso organizzare, con il contributo del Coordinamento Provinciale e Regionale, un incontro in cui discutere della situazione con le istituzioni provinciali, competenti in tema di gestione dei rifiuti,.
L'incontro avrà luogo venerdì 20 Novembre 2009, alle ore 18.00, presso l'Auditorium del Centro Sociale "Di Gilio" di Lavello (PZ).
Titolo dell'iniziativa: "L'Ambiente, bene comune... Fenice: inquinamento, monitoraggio e gestione dei rifiuti".
Interverranno Ivano Scotti, componente del Coordinamento Cittadino di "Sinistra e Libertà" di Lavello, Piero Lacorazza, Presidente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, Assessore Provinciale all'Ambiente e Carlo Petrone, Coordinatore Regionale di "Sinistra e Libertà".
All'incontro parteciperà anche Maurizio Vaccaro del Forum Nazionale Ambiente di "Sinistra e Libertà".

venerdì 6 novembre 2009

Inceneritore "Fenice": la storia infinita...

La questione dell'inquinamento prodotto dall'inceneritore "Fenice" è storia complicata e difficile da decifrare, tra responsabilità di enti di controllo, come l'ARPAB, ed il silenzio delle più importanti cariche istituzionali della Regione Basilicata o della Provincia di Potenza.
"Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) non può che registrare una situazione piuttosto ambigua e ribadire la necessità di richiamare le istituzioni alle loro responsabilità.
A breve la sezione di Lavello intende prendere iniziative volte a spronare enti e cittadini su di una questione tutta da chiarire e risolvere.
Per chi non avesse l'opportunità di leggersi i quotidiani locali, il Comitato "Diritto alla Salute" di Lavello ha messo su un vero archivio sulla stampa locale da quando è esploso il caso (vedi qui).
Crediamo utile segnalare il Comitato ed il suo lavoro nella lotta contro la svendita del territorio e la mancanza di chiarezza sulla questione.

Prima o poi ogni muro cade...

Come da decisione del Coordinamento nazionale di Sinistra e Libertà, riunitosi ieri, pubblichiamo di seguito il Manifesto approvato per celebrare il ventennale della caduta del Muro di Berlino.

Al fine di attribuire rilievo nazionale all’iniziativa, tutti gli aderenti a Sinistra e Libertà sono invitati a scaricare e a diffondere il Manifesto e il volantino allegati.

giovedì 5 novembre 2009

Il Canile non si tocca!!!

[Pubblichiamo il comunicato stampa della "Lega per al Difesa del Cane" di Lavello (PZ)]

Sempre più spesso, in questi ultimi tempi, si parla di emergenza randagismo sia a livello nazionale sia a livello locale.
Lavello è stato uno dei primi Comuni, se non il primo a livello regionale, ad adeguarsi correttamente alle Leggi Nazionali cominciando già dal lontano 1993 a tatuare e microchippare, a sterilizzare i cani e ad attrezzarsi anche di un canile-rifugio.
Oltre 16 anni di attività della Lega Nazionale per la Difesa del Cane hanno proiettato la città di Lavello verso livelli di civiltà propri del Nord Europa.
Recentemente, però, sta accadendo che alle autorità competenti arrivano segnalazioni di cani abbandonati e/o ammalati, di branchi che circolano nei quartieri nonché di sistematici e vigliacchi avvelenamenti.
Qualcosa non sta funzionando!
Il fenomeno del randagismo non si può affrontare per singoli episodi o con interventi di urgenza, ma merita una analisi più approfondita.
Il randagismo è il frutto della mala civiltà, della illegalità e della mala amministrazione del fenomeno stesso.
A questo proposito chiariamo un concetto in maniera definitiva: i costi sociali della lotta al randagismo delle Amministrazioni sono addebitabili ai cittadini che violano le leggi e non ai cani che sono vittime di un reato.
I problemi a Lavello esistono e vanno risolti.
Il rischio che si corre nel dichiarare lo stato di emergenza è che si facciano scelte improvvisate e/o, peggio ancora, dettate da business più o meno occulti.
Quali sono le possibili soluzioni?
Non di certo CHIUDERE IL CANILE, per qualsivoglia motivo, aiuta a risolvere il problema.
Non dimentichiamo infatti che il contrasto del fenomeno randagismo persegue essenzialmente un obiettivo di difesa dell’incolumità del cittadino e di sanità pubblica e animale.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane è convinta innanzitutto che ogni Comune deve recepire Leggi Nazionali e dotarsi di un Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali e conseguentemente di un Ufficio Diritti degli Animali. Inoltre il primo aspetto da affrontare riguarda gli obblighi di microchippatura e iscrizione all’anagrafe canina che i proprietari di cani devono rispettare ; il secondo attiene ai necessari controlli ed eventuali sanzioni da parte delle autorità competenti (Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia Provinciale, Guardia Forestale ecc..); terzo controllo delle nascite con progetti di sterilizzazione su vasta scala territoriale, affiancando alle attività delle Asl anche quella di ambulatori veterinari di liberi professionisti convenzionati; quarto commissariamento ad acta da parte del prefetto di quei Sindaci inadempienti come previsto dalla Ordinanza Martini del 16 Luglio 2009.
La superficialità dei Comuni, i mancati interventi, la mala amministrazione e scuse varie costituiscono attualmente in tutto il Sud la base oggettiva del “business” dei canili controllati dalle mafie.

Lavello, 04 Novembre 2009

sabato 17 ottobre 2009

Le ragioni del nostro progetto...

Venerdì 23 ottobre ore 17.00, presso la Sala Consiliare di Banzi (PZ),
incontro con Marco Dilello e Franco Giordano.

domenica 11 ottobre 2009

Silvio visto oltre il canale della Manica...

[da Repubblica.it di domenica 11/10/2009]
Nel giorno in cui il presidente del Consiglio torna ad attaccare la stampa estera ("Sta sputtanando l'Italia"), sui giornali domenicali britannici compaiono ancora articoli e commenti molto critici.
Particolarmente duro, nei confronti dell'Europa oltreché del presidente del consiglio italiano, il commento dell'Observer. Sotto il titolo "La risposta dell'Europa a Berlusconi è stata la codardia" Nick Cohen ricorda come i paesi europei abbiano superato gli anni del totalitarismo con "convenzioni sui diritti umani e trattati di pace". "Ma lo scambio non vale più. Le dittature dei nostri giorni si presentano in forme diverse, ma quella dominante è un capitalismo di stato o un'oligarchia in cui il capo controlla la cosa pubblica e le sinecure che ne derivano. Non si può parlare di dittature in senso stretto. I capi tollerano le elezioni a patto che i risultati possano essere manipolati e permettono le critiche, basta che non raggiungano le masse". Cohen sta parlando "non della Russia di Putin o del Venezuela di Chavez, ma dell'Italia di Berlusconi". I tentativi dei socialisti europei di portare a Strasburgo il tema del rotten state italiano si sono scontrati contro la mediazione dei conservatori. "Il silenzio dell'Europa democratica su Berlusconi - conclude l'Observer - mette seriamente a rischio la sua abilità di ergersi contro qualsiasi tipo di politica corrotta in Europa. Per la prima volta nella sua storia, la reputazione dell'Europa come forza del bene appare precaria".
Sempre sull'Observer, una breve nota satirica legata alla vittoria del Nobel per la pace da parte di Barack Obama. Il presidente Usa, si legge nell'editoriale del domenicale, ha un'opportunità per mettere a tacere i critici: "Garantire a Berlusconi, il più perseguitato di tutti i tempi, asilo politico negli Usa. Ma perché fermarsi qui? Berlusconi dice di non sentirsi inferiore a nessuno nella storia. Un candidato per il premio Nobel 2010?".
Torna sulle vicende giudiziarie del premier italiano anche il Sunday Times. In un lungo e approfondito articolo sulla sentenza Mills - l'avvocato condannato a 4 anni e mezzo per essere stato corrotto dal premier per prestare falsa testimonianza - Camilla Long ricostruisce passo passo le frequentazioni tra il premier e l'avvocato. Il quale "dovrebbe languire in un carcere italiano invece di starsene languidamente sdraiato sul divano... Dovrebbe? Chi lo sa. La giustizia italiana è così tortuosa che sembra che Mills non dovrà andare in prigione finché due appelli non siano completati... Per il momento è libero dall'amo. Forse lo stesso non si può dire del suo compare Berlusconi". Dopo la dichiarazione di incostituzionalità del Lodo Alfano, continua la giornalista britannica, "Papi tornerà processo per corruzione e truffa fiscale. O no?".
Il Sunday Times rincara poi con un secondo articolo, sempre dedicato alle vicende del premier italiano: "Le speculazioni sulla sua vita privata continuano... Le sfortune politiche del generalmente esuberante Berlusconi sembra lo stiano trascinando al fondo".

venerdì 9 ottobre 2009

M O B I L I T I A M O C I ! ! !

[dal blog di Nichi Vendola - 09/10/2009]

Il Cavaliere continua un’opera di delegittimazione del potere giudiziario, dopo aver reso totalmente silente il potere legislativo e dopo aver controllato tanta parte del “quarto potere”. Insomma è un sovrano legibus solutus, vuole essere protagonista di una forma moderna, pubblicitaria di assolutismo populista e plebiscitario.
Picconare il Quirinale e la Corte Costituzionale significa andare contro Montesquieu. In qualunque paese democratico sarebbero due le conseguenze di quello che sta accadendo: Berlusconi imputato torna davanti al giudice naturale, Berlusconi premier e il suo Guardasigilli vanno davanti alle Camere e si dimettono. C’e’ una situazione di grande confusione. C’è bisogno di fare il punto per introdurre chiarezza e igiene istituzionale nel dibattito pubblico perché non si può immaginare che strappo dopo strappo l’Italia si avviti su se stessa. Quello che percepisce l’opinione pubblica e noi non percepiamo è un Paese che sta marcendo. Non si può vivere nella contrapposizione tra hoolingans quando invece dovrebbe prevalere la cultura della moderazione.
L’opposizione dovrebbe mobilitarsi mettendo insieme le forze fuori e dentro il Parlamento ed essere in grado di riprendere una grande iniziativa unitaria.


Nichi Vendola

giovedì 8 ottobre 2009

IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA!!!

Dopo la sentenza della Suprema Corte, cioè, la Corte Costituzionale, organi che in fatto di leggi ne stabilisce la legittimità costituzionale, ha dato torto al "Lodo Alfano".
Ora, questo atto sembrerebbe un fatto democratico, tipico del nostro ordinamento giuridico, ma così non è, perché, per il Premier Berlusconi sono tutti contro di lui e si permette di tacciare le due più alte istituzioni dello Stato - Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale - come fazione, di parte, anzi, comuniste!
E' evidente, ma questo da sempre, che il sistema dei pesi e contrappesi che il costituente aveva immaginato per l'Italia Repubblicana non siano gradite al Premier, ma, se non cambiano la Costituzione - ci spiace dott. Berlusconi - queste sono le regole del gioco.
Ma una persona come Silvio Berlusconi non è tipo da farsi mettere sotto da queste cosette! Tuttavia, basta vedere come ha trattato la Bindi ieri (7/10/2009) a "Porta a Porta" collegandosi telefonicamente, e come ha risposto a caldo alla notizia della sentenza (vedi sotto il video).
Una cosa è certa, l'atteggiamento del Governo dell'ultimo Berlusconi è tendenzialmente poco incline ai pesi istituzionali e mette in crisi tutto l'ordinamento con il suo atteggiamento poco rispettoso... Ora, elezioni subito? Continua il Governo di Centro-Destra o un Governo tecnico?
Sta di fatto che con una opinione pubblica che per il 70-80% dei casi forma la sua opinione pubblica - dice il Censis - guardando e discutendo dei temi trattati dal TG1 e dal TG5, anche con ammettendo che il resto dell'informazione sia in mano alla sinsitra (aspetto che dovremmo considerare quello dell'informazione libera e senza padroni) chi governerebbe nuovamente il Paese, magari con accoliti molto più fedeli di quelli di oggi?
E la Sinistra? Eì forse tornato il tempo di andare casa per casa a discutere di problemi e progetti, ansie e speranze, tornare a occupare l'agorà politico del quotidiano?

mercoledì 7 ottobre 2009

ILLEGITTIMO!!!

Roma, ore 18.00 circa... La Consulta ha bocciato il "lodo Alfano" per violazione dell'art. 138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal "lodo" per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il "lodo" è stato bocciato anche per violazione dell'art. 3 (principio di uguaglianza).
L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.
La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare l'illegittimità del "lodo Alfano" è stata presa a maggioranza. Il "verdetto" della Corte costituzionale sarà ufficializzato a breve dalla Consulta con un comunicato.
Violato anche il principio di uguaglianza.
Il lodo Alfano viola anche l'articolo 3 della Costituzione, inerente il principio di uguaglianza. E' quanto hanno sancito i giudici della Consulta, con la decisione di oggi sulla legge che sospende i processi penali per le 4 piu' alte cariche dello Stato.
Santelli (Pdl): la Corte contraddice se stessa.
"Nel 2004, nella sentenza sul lodo Schifani, la Corte costituzionale sancì che si trattava di sospensione, paragonandola al regime delle altre sospensioni previste dal codice di procedura penale e specificando che, a differenza delle altre, endoprocessuali, si trattava di una sospensione del processo extraprocessuale, e, in quanto sospensione, soggetta alla legge ordinaria".
Lo dice Jole Santelli, vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera, che aggiunge: "Dunque, se oggi è questa la decisione della Consulta dal 2004 al 2009 la Corte si è contraddetta. Questa decisione pone un problema sì, politico, ma anche, di certezza del diritto e quindi di democrazia, in questo Paese".

domenica 4 ottobre 2009

Regolamento approvato dal Coordinamento di "Sinistra e Libertà"

La sede nazionale provvisoria del coordinamento nazionale di SeL è Via Napoleone III, e si doterà di un ufficio di segreteria, formato da un/una componente per ogni forza politica. La Carta di Adesione, che non potrà avere un costo superiore a 30 euro salvo diversa contribuzione su base volontaria, ha un’unica numerazione progressiva nazionale ed una quota centrale fissa di 5,00 euro per studenti, giovani fino a 18 anni e disoccupati, di €5,00 euro per tutti gli altri. Ai territori sarà inviato il modello di adesione che i territori dovranno riconsegnare compilato e con la quota fissa allegata. A questo punto l’organizzazione nazionale provvederà a rinviare la carta di adesione definitiva.
Analogamente, per quanti aderiranno attraverso apposito modulo on-line, pubblicato sul sito www.sinistraeliberta.it, l’invio della carta avverrà ad opera dell’ufficio di organizzazione nazionale previo versamento attraverso carta di credito di 30 euro (10 per studenti e giovani fino a 18 anni e disoccupati).
La Campagna di Adesione avrà un lancio nazionale attraverso la celebrazione di una giornata di mobilitazione domenica 18 ottobre nelle piazze di tutti i capoluoghi di provincia.
I coordinamenti regionali di SeL, analogamente al coordinamento nazionale, sono composti, fino a 11 componenti individuati sulla base di criteri condivisi, in cui è garantita la presenza di:

* rappresentanti dei partiti e movimenti fondatori;
* personalità di rilevo regionale o nazionale non riconducibili ad alcuno dei partito o movimenti fondatori, nella misura di almeno 1/3;
* equilibrio di entrambi i generi.

Sono invitati i capigruppo dei gruppi consiliari regionali aderenti a Sinistra e Libertà.
I coordinamenti regionali di "SeL" prevedono ulteriori articolazioni provinciali e/o comunali.
La carica di componente del coordinamento regionale è incompatibile con quella di componente del Coordinamento nazionale "SeL" nonché di componente la Commissione Nazionale per il Programma e di componente la Commissione Nazionale per lo Statuto.
I coordinamenti regionali devono essere costituiti entro il 25 ottobre 2009 e presentati all’esito di assemblee aperte alla libera partecipazione. In caso di inadempienza il coordinamento nazionale eserciterà i poteri sostitutivi, sentiti i rappresentanti del territorio.
La Commissione Nazionale per il Programma è composta da 60 membri di cui 30 espressi, all’esito delle rispettive assemblee (secondo Allegato 1) e 30 espressi dal coordinamento nazionale individuati tra dirigenti politici e personalità esterne.
La Commissione Nazionale per le Regole è analogamente composta da 60 membri di cui 36 espressi, all’esito delle rispettive assemblee, dai coordinamenti regionali nella misura di 1 membro per le regioni al di sotto di 1 mln di abitanti, 2 membri per le regioni fino a 6 mln di abitanti e 3 membri per le regioni oltre i 6 mln di abitanti, e 24 espressi dal coordinamento nazionale individuati tra dirigenti politici e personalità esterne.
Entrambe le commissioni eleggono al proprio interno un Coordinatore che presiede e dirige i lavori, ed elegge altresì un Ufficio di coordinamento che coadiuva il Coordinatore.
In prima seduta le Commissioni sono convocate dal coordinamento nazionale entro il 30 ottobre e devono concludere i propri lavori entro il 12 dicembre, al fine di consentire la celebrazione della prima Conferenza programmatica ed organizzativa di SeL tra il 18/19 dicembre ed il 22/23 gennaio 2010.
Tutti i componenti di coordinamenti regionali, provinciali, comunale e delle Commissioni Nazionali per il Programma e per le Regole devono aver aderito a "SeL".

Allegato 1
Piemonte/Valle d’Aosta = 2; Lombardia = 3; Veneto/Friuli/Trentino = 2; Liguria = 1; Emilia Romagna = 2; Toscana = 2; Umbria = 1; Marche = 1; Lazio = 3; Abruzzo = 1; Molise = 1; Campania = 3; Puglia = 2; Basilicata = 1; Calabria = 2; Sicilia = 2; Sardegna = 1
TOTALE = 30

Silvio all'estero...

Leggere la stampa estera è sempre un bene, soprattuto quando parlano di noi e del nostri Presidente del Consiglio. Le analisi che i giornali internazionali fanno è sempre lucida ed esemplare, così come sono interpretate le "battutine" del Silvio nazionale. Più recentemente, ha scritto il britannico Times, tra gli altri:

"C’è la tendenza, sia in Italia che nel resto del mondo, ad archiviare con una risata ogni nuova gaffe di Silvio Berlusconi come semplicemente “tipica di Silvio”. Le reazioni vanno dallo scuotere la testa - “eccolo di nuovo” - fino alla sincera ammirazione da quegli italiani che accettano l’idea che il suo volgare humour da bar lo renda “uno di noi” nonostante la sua ricchezza e il suo potere. (...) C’è una venatura di razzismo e xenofobia nella coalizione di centro-destra di Berlusconi - da qui i suoi commenti al convegno del PdL a Milano non solo sul colore di Obama, ma anche sul sospetto che “soltanto” legga dal gobbo. (...) Ma insultare Michelle Obama insieme al presidente degli USA potrebbe essere troppo. Il comportamento da buffone maschera una realtà più sinistra: Berlusconi si vede chiaramente come un leader nazionale e mondiale di importanza tale da essere al di sopra della legge. Per molti fuori dall’Italia, l’idea che Berlusconi sia un personaggio chiave globale che, per esempio, “aiuta” gli USA a trattere con Mosca è ridicola. Ma funziona bene in casa. Le sue “gaffes” sono spesso intenzionali, per dimostrare di avere un rapporto diretto con l’italiano medio. Ma queste mascherano un’arroganza e un autoritarismo che significano l’opposto, e cioè che Berlusconi sia al di là delle normali regole comportamentali. Nessun altro leader coinvolto in scandali sessuali avrebbe osato fare la dichiarazione esilarante, come ha fatto lui a Milano, di “avere introdotto la moralità” nella politica italiana. Il fatto che non sia stato subissato dalla derisione riflette in parte il suo incredibile potere mediatico".

Sempre in UK, sulle pagine del Guardian, Gina McCauley ha dichiarato di vedere quello di Berlusconi come solo l’ultimo di una serie di commenti morbosi sul corpo della first lady nella stampa di tutto il mondo:

"Mi unisco alle fila di quanti sono infastiditi da Silvio Berlusconi per il fatto di aver definito Michelle Obama “abbronzata” durante un comizio domenica, ma per un motivo diverso. Sono irritata perché la gaffe del primo ministro italiano scatenerà senza dubbio un’altra tornata di vivisezione di Michelle Obama da parte del pubblico dei media".

E mentre sempre il Times, in un altro articolo, ha notato sardonicamente che "La maggior parte dei leader mondiali cerca di evitare di ripetere le gaffes. Silvio Berlusconi no", il Daily Telegraph ha riportato l’opinione di Alexander Stille:

"La maggioranza degli italiani pensa che Berlusconi goda di un grande prestigio all’estero, mentre in realtà viene universalmente considerate un pagliaccio".

In Francia il sito Slate parte dalla gaffe del Cavaliere per fare un più approfondito ragionamento sull’immagine femminile nel Bel Paese:

"Questo è il modello della donna nella televisione italiana. Cosce, bocche, sederi, seni: il corpo della donna è dissezionato e ridotto a carne senza cervello. Corpi gonfiati e visi deformati che diventano delle maschere dietro le quali le donne si nascondono. (..) Le scappatelle sessuali del presedente del Consiglio Italiano, Silvio Berlusconi, non hanno fatto che rafforzare questo modello. Proporre delle starlettes, le veline, sulle liste delle campagne elettorali per le europee, festeggiare il diciottesimo compleanno della giovane Noemi, avere opinioni ingiuriose sulle donne (a una ragazza che si lamentava di non trovar lavoro, ha pubblicamente suggerito di sposarsi con un uomo ricco come suo figlio), organizzare feste con prostitute e cocaina nelle sue ville. Qualsiasi altra personalità pubblica in qualsiasi altro paese democratico sarebbe stata costretta alle dimissioni immediate anche solo per la metà di tutto questo. Il Cavaliere a dovuto rendere conto all’opinione pubblica per i suoi atti ed ha anche perso qualche punto in popolarità, ma più del 50% degli Italiani gli rimangono favorevoli. Perché stupirsi? “La maggior parte degli Italiani vorrebbe essere come me”, ha dichiarato. A quanto pare ha ragione".

In Germania, lo scivolone del leader del PdL non è certo sfuggito a Der Spiegel, mentre - sempre in tema di donne - la Sueddeutsche Zeitung ha messo in evidenza acutamente come i risultati delle recenti elezioni tedesche mostrino una maggiore “apertura” della Germania rispetto alla penisola:

"La costellazione nero-gialla, e quindi borghese-conservatrice, fuoriuscita dalle elezioni conduce ora al fatto che la piu’ potente nazione industriale del continente venga guidata da una donna e da un omosessuale dichiarato. Cio’ in Italia sarebbe ancora inimmaginabile, dopo che l’era Berlusconi ha portato ad un rafforzamento dell’influenza della Chiesa cattolica sulla politica e dove allo stesso tempo il Paese si vede confrontato con prostitute al servizio del capo del governo. Soprattutto, il personale politico in Germania mostra nel frattempo una varieta’ con pochi paragoni tra le democrazie europee, fatto ancora piu’ notevole perche’ noi non abbiamo minoranze etniche eredita’ di un passato coloniale, come in Inghilterra o Francia, ma solo una immigrazione economica storicamente ancora molto giovane. Ciononostante non abbiamo solo una varieta’ di uomini, donne e omosessuali, ma anche un ministro regionale dalla parlantina pronta e i lineamenti asiatici e un segretario di partito dal nome turco che parla in dialetto svevo; candidati con nomi turchi e indiani si sono presentati perfino in Germania dell’Est, e tra l’altro anche per la CDU. (...) Il futuro sembra aperto come mai prima, ma forse un’ulteriore differenza tra la Germania e l’Italia puo’ mostrare una possibile direzione: la Germania dispone di uno stato sociale funzionante, mentre in Italia lo Stato e’ truffato e saccheggiato dagli interessi privati. Un buon stato sociale permette alle persone una politica di democrazia, che serve a piu’ che alla propria sopravvivenza. E su cio’ si giochera’ anche in Germania ben piu’ del futuro dei partiti".