domenica 4 ottobre 2009

Silvio all'estero...

Leggere la stampa estera è sempre un bene, soprattuto quando parlano di noi e del nostri Presidente del Consiglio. Le analisi che i giornali internazionali fanno è sempre lucida ed esemplare, così come sono interpretate le "battutine" del Silvio nazionale. Più recentemente, ha scritto il britannico Times, tra gli altri:

"C’è la tendenza, sia in Italia che nel resto del mondo, ad archiviare con una risata ogni nuova gaffe di Silvio Berlusconi come semplicemente “tipica di Silvio”. Le reazioni vanno dallo scuotere la testa - “eccolo di nuovo” - fino alla sincera ammirazione da quegli italiani che accettano l’idea che il suo volgare humour da bar lo renda “uno di noi” nonostante la sua ricchezza e il suo potere. (...) C’è una venatura di razzismo e xenofobia nella coalizione di centro-destra di Berlusconi - da qui i suoi commenti al convegno del PdL a Milano non solo sul colore di Obama, ma anche sul sospetto che “soltanto” legga dal gobbo. (...) Ma insultare Michelle Obama insieme al presidente degli USA potrebbe essere troppo. Il comportamento da buffone maschera una realtà più sinistra: Berlusconi si vede chiaramente come un leader nazionale e mondiale di importanza tale da essere al di sopra della legge. Per molti fuori dall’Italia, l’idea che Berlusconi sia un personaggio chiave globale che, per esempio, “aiuta” gli USA a trattere con Mosca è ridicola. Ma funziona bene in casa. Le sue “gaffes” sono spesso intenzionali, per dimostrare di avere un rapporto diretto con l’italiano medio. Ma queste mascherano un’arroganza e un autoritarismo che significano l’opposto, e cioè che Berlusconi sia al di là delle normali regole comportamentali. Nessun altro leader coinvolto in scandali sessuali avrebbe osato fare la dichiarazione esilarante, come ha fatto lui a Milano, di “avere introdotto la moralità” nella politica italiana. Il fatto che non sia stato subissato dalla derisione riflette in parte il suo incredibile potere mediatico".

Sempre in UK, sulle pagine del Guardian, Gina McCauley ha dichiarato di vedere quello di Berlusconi come solo l’ultimo di una serie di commenti morbosi sul corpo della first lady nella stampa di tutto il mondo:

"Mi unisco alle fila di quanti sono infastiditi da Silvio Berlusconi per il fatto di aver definito Michelle Obama “abbronzata” durante un comizio domenica, ma per un motivo diverso. Sono irritata perché la gaffe del primo ministro italiano scatenerà senza dubbio un’altra tornata di vivisezione di Michelle Obama da parte del pubblico dei media".

E mentre sempre il Times, in un altro articolo, ha notato sardonicamente che "La maggior parte dei leader mondiali cerca di evitare di ripetere le gaffes. Silvio Berlusconi no", il Daily Telegraph ha riportato l’opinione di Alexander Stille:

"La maggioranza degli italiani pensa che Berlusconi goda di un grande prestigio all’estero, mentre in realtà viene universalmente considerate un pagliaccio".

In Francia il sito Slate parte dalla gaffe del Cavaliere per fare un più approfondito ragionamento sull’immagine femminile nel Bel Paese:

"Questo è il modello della donna nella televisione italiana. Cosce, bocche, sederi, seni: il corpo della donna è dissezionato e ridotto a carne senza cervello. Corpi gonfiati e visi deformati che diventano delle maschere dietro le quali le donne si nascondono. (..) Le scappatelle sessuali del presedente del Consiglio Italiano, Silvio Berlusconi, non hanno fatto che rafforzare questo modello. Proporre delle starlettes, le veline, sulle liste delle campagne elettorali per le europee, festeggiare il diciottesimo compleanno della giovane Noemi, avere opinioni ingiuriose sulle donne (a una ragazza che si lamentava di non trovar lavoro, ha pubblicamente suggerito di sposarsi con un uomo ricco come suo figlio), organizzare feste con prostitute e cocaina nelle sue ville. Qualsiasi altra personalità pubblica in qualsiasi altro paese democratico sarebbe stata costretta alle dimissioni immediate anche solo per la metà di tutto questo. Il Cavaliere a dovuto rendere conto all’opinione pubblica per i suoi atti ed ha anche perso qualche punto in popolarità, ma più del 50% degli Italiani gli rimangono favorevoli. Perché stupirsi? “La maggior parte degli Italiani vorrebbe essere come me”, ha dichiarato. A quanto pare ha ragione".

In Germania, lo scivolone del leader del PdL non è certo sfuggito a Der Spiegel, mentre - sempre in tema di donne - la Sueddeutsche Zeitung ha messo in evidenza acutamente come i risultati delle recenti elezioni tedesche mostrino una maggiore “apertura” della Germania rispetto alla penisola:

"La costellazione nero-gialla, e quindi borghese-conservatrice, fuoriuscita dalle elezioni conduce ora al fatto che la piu’ potente nazione industriale del continente venga guidata da una donna e da un omosessuale dichiarato. Cio’ in Italia sarebbe ancora inimmaginabile, dopo che l’era Berlusconi ha portato ad un rafforzamento dell’influenza della Chiesa cattolica sulla politica e dove allo stesso tempo il Paese si vede confrontato con prostitute al servizio del capo del governo. Soprattutto, il personale politico in Germania mostra nel frattempo una varieta’ con pochi paragoni tra le democrazie europee, fatto ancora piu’ notevole perche’ noi non abbiamo minoranze etniche eredita’ di un passato coloniale, come in Inghilterra o Francia, ma solo una immigrazione economica storicamente ancora molto giovane. Ciononostante non abbiamo solo una varieta’ di uomini, donne e omosessuali, ma anche un ministro regionale dalla parlantina pronta e i lineamenti asiatici e un segretario di partito dal nome turco che parla in dialetto svevo; candidati con nomi turchi e indiani si sono presentati perfino in Germania dell’Est, e tra l’altro anche per la CDU. (...) Il futuro sembra aperto come mai prima, ma forse un’ulteriore differenza tra la Germania e l’Italia puo’ mostrare una possibile direzione: la Germania dispone di uno stato sociale funzionante, mentre in Italia lo Stato e’ truffato e saccheggiato dagli interessi privati. Un buon stato sociale permette alle persone una politica di democrazia, che serve a piu’ che alla propria sopravvivenza. E su cio’ si giochera’ anche in Germania ben piu’ del futuro dei partiti".

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