martedì 2 giugno 2009

Vendola: "Sulla questione Melfi intervenga il governo!"

(post del Governatore della Puglia sul suo blog personale)
Mentre si gioca a risiko sui giornali con fabbriche e stabilimenti di Opel, Fiat, Chrylser, nella nostra provincia dell’Impero, il vecchio “prato verde” di Melfi, a cavallo tra Lucania e Puglia,
si sta consumando una vicenda emblematica della fase attuale dell’internazionalizzazione dell’industria dell’auto.
I lavoratori Fiat Sata sono chiamati via Sms per lavorare o meno a causa dello sciopero in corso nelle fabbriche dell'’indotto: ad esempio, gli operai della Plastic Components (ex Ergom) come quelli dell’intera galassia indotto Fiat scioperano da una settimana per imporre la riassunzione dei lavoratori interinali licenziati a Melfi, cioè nell’unico stabilimento nel quale la produzione “tira”.
E il Governo continua a tacere, lasciando allo sbando il futuro di migliaia di occupati nel settore auto.
I lavoratori, in una fase drammatica per i loro redditi e l’occupazione, offrono un esempio straordinario di coscienza e di solidarietà. Scioperano per una causa, che in un momento come questo si definirebbe incomprensibile: il diritto al lavoro di un gruppo di precari che per tre anni hanno sperato di vedere stabilizzata la loro condizione.
È doveroso sostenere la lotta dei lavoratori interinali e di quelli che in questi giorni si stanno mobilitando al loro fianco.
È indecente che ad una Fiat impegnata in trattative a largo raggio sullo scacchiere mondiale sia consentito di incassare prebende di Stato ed incentivi di vario titolo, scaricando a buon mercato i suoi esuberi.
È necessario che le forze democratiche comprendano il valore generale di questa battaglia e la sostengano: sui pochi interinali lucani di oggi si misura l’atteggiamento che l’azienda assumerà, in autunno, per le migliaia di lavoratori cassintegrati italiani di domani. Chiamiamo il ministro Scajola a battere un colpo sulla questione, che è dirimente per il futuro dei nostri lavoratori e sarà di esempio anche in tutta Europa.

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