sabato 6 giugno 2009

La Libertà di Sognare...


Lettera di Nichi Vendola
Il turbinare di veline, foto scandalistiche e pettegolezzi salaci che ha accompagnato sino all’ultimo giorno questa campagna elettorale, svilendo la dignità stessa della politica, rischia di raggiungere l’obiettivo che si proponeva, con questa strategia, Silvio Berlusconi: occultare e far dimenticare la crisi gravissima in cui si trova il nostro paese, e che i giovani per primi sono stati condannati dal governo e dalla destra a pagare.
Non è un fatto strano. Un giovanilismo superficiale e vacuio, ridotto a pura campagna commerciale, e accompagnato da politiche che proprio i giovani penalizzano immensamente è la cifra di questo governo. La vediamo sin troppo chiaramente nelle riforme scolastiche che mirano a sottrarre alla scuola il carattere principale che la Costrituzione e la nostra democrazia le avevano assegnato: l’educazione alla socialità. La ritroviamo ogni giorno nelle cifre agghiaccianti della crisi, nella disoccupazione che s’impenna, nel precariato che condanna i giovani all’insicurezza permanente, nel disinteresse crasso per la cultura e per la formazione, nell’assenza di qualsiasi progetto che guardi ai giovani come qualcosa di diverso che non una fascia di consumatori, anche di consumatori politici.
In queste settimane di campagna elettorale, però, di giovani ne ho visti tanti, tantissimi, nelle piazze sempre stracolme. La domanda di quelle piazze è semplice e chiara: una vera sinistra, una sinistra moderna, non identitaria, non ortodossa, non riserrata in antiche certezze. Una sinistra, però, non subalterna ai valorio e alle formule della destra, decisa a difendere i diritti sociali e quelli civili, determinata a restituire al lavoro il suo valore e la centralità che gli è stata sottratta.
Quella sinistra non è solo utile. E’ necessaria. Sinistra e Libertà è nata per questo: per aprire la strada a quella sinistra, per rispondere alla richiesta di quei giovani che hanno riempito le piazze in queste settimane, difficili e bellissime.
Ce la possiamo fare. Ce la faremo.
Nichi Vendola

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