Una mattina, mi sono svegliata...e mi sono trovata in un paese violento e cattivo, in cui della cattiveria i politici si vantano, ne fanno il pubblico elogio, con un linguaggio da guerra. Corpi esibiti, aggrediti, stuprati, bruciati, come fossero un bottino da guerra, delle tante guerre che albergano nelle nostre città, dove la rabbia e la paura sono il veleno di cui ci nutriamo.
Oddio! Stiamo precipitando nell'incivilità, o meglio nella civiltà dell'odio, come titola oggi, un bell'articolo di giuseppe d'avanzo su repubblica. La violenza sul corpo di Eluana Englaro, la violenta disumanità che ispira quelle che chiamerei le nuove leggi razziali contenute nel pacchetto sicurezza del governo, ci sbattono in faccia un paese sfigurato, ferito, che non riconosciamo. Ecco l'egemonia politica e culturale delle destre, possiamo non sentirci responsabili se non proviamo, e riproviamo a fare qualcosa per contrastarla? Ecco l'assillo che dovrebbe assalirci e non lasciarci più. Ecco perchè dobbiamo rimetterci in cammino, subito, e ricostruire gramscianamente innanzitutto quell' "intellettuale collettivo" che la sinistra è stata. La sfida per me è questa, e riguarda tutte le culture critiche e le soggettività el cambiamento. Non possiamo restare più muti, nè dentro i nostri recinti. Si può cominciare anche da un segnale.
Una proposta: il movimento per la sinistra promuova subito con tutte le realtà della sinistra che ci vogliono stare, presìdi, manifestazioni, sit-in, iniziative di qualunque genere, ma visibili, n ogni città contro i provvedimenti razzisti e xenofobi del governo. Alla civiltà dell'odio opponiamo una civiltà della solidarietà e del rispetto umano.
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