Da "Repubblica" del 21/02/2009, di Donatella Alfonso
Si riempie la sala del Cral dei portuali a San Benigno, aspettando Nichi Vendola, governatore della Puglia, che gira l' Italia incontrando i suoi "costituenti" per la sinistra. Con idee precise per recuperare spazi e senza illusioni: anche quella che i giovani operai, insidiati dalla precarietà e dal rischio di incidenti sul lavoro, pensino a stordirsi piuttosto che alla politica.
«Non c' è più Cipputi, un ragazzo operaio, adesso che nelle fabbriche non c' è più chi ti prende per mano e ti dà la sicurezza di chi sei e come lavori, con i rischi che corre è più facile che pensi alla sniffata di cocaina che alla Fiom».
Vendola, la giunta di Genova insiste sulla sicurezza, con iniziative che prevedono anche il braccialetto elettronico. E' giusto? «No. La destra è una grande fabbrica di paura, strumento che divide i corpi sociali, e nel nome della paura si può anche far rompere il giuramento di Ippocrate. Persone bruciate, barboni schedati, immigrati controllati negli ospedali e partiti polverizzati; sono saltati i fondamentali della convivenza politica e sociale del paese».
Quale rischio si corre puntando sul senso di insicurezza? «La sinistra cerca di essere cattiva con un po' di buonsenso. O si sanno costruire dei programmi, o perché gli elettori dovrebbero prendersi la fotocopia della destra piuttosto che l' originale?».
La crisi del Pd aiuta la sinistra? «No, non ci dà consensi, ma rischia di portare ancora più a destra l' asse del paese. Sono due le immagini della catastrofe: la sconfitta di Soru, uno dei migliori governatori mai eletti in Italia, e il dilagare della violenza contro il 'diverso' , causata dalla fabbrica della paura fomentata dalla destra I consensi li possiamo raccogliere sfruttando la capacità di stare in campo. Le dimissioni di Veltroni e la sconfitta di Soru manifestano la crisi di un progetto e il rischio d' implosione di un importante partito. Ma nessun consenso si sposterà di riflesso alla sinistra radicale. Nel momento più alto della crisi della globalizzazione a tutti serve un bagno d' umiltà, lavoro e soprattutto, unità».
Europee e amministrative. Cosa farete, anche in Liguria? «Noi puntiamo a incoraggiare le esperienze nelle città, con intese il più larghe possibile. ma soprattutto, avere idee di realtà, non parlare tanto di politica quanto di cose concrete, dei territori, delle persone. L' idea dell' Arcobaleno era giusta, era sbagliato un partito costruito dai vertici. Giusta è l' innovazione; non si vive ubriacandosi di mitologie del passato, siamo terminali dei problemi del presente».
Si riparte dal lavoro, dalle fabbriche? «Bisogna ripartire pancia a terra e ritrovare la capacità di ascolto, ma non pensiamo alle fabbriche di un tempo e a cosa significava la classe operaia. Non c' è più Cipputi, e un ragazzo operaio, nelle condizioni di lavoro in cui si trova, è più facile che pensi alla sniffata di cocaina che alla Fiom. E' cambiato un mondo, comprendiamolo e non viviamo di nostalgie».
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