Le politiche del Governo Berlusconi stanno portando un attacco profondo ai diritti costituzionali e ai diritti del lavoro. Siamo di fronte ad una involuzione autoritaria della nostra democrazia che rischia di rimanere tale solo formalmente. La scuola, la ricerca pubblica, l’università, i conservatori, le accademie, la formazione professionale sono solo d’intralcio a questo disegno scellerato. Non è un caso che i primi settori ad essere colpiti siano stati e siano tuttora quelli della conoscenza. Non solo non si intravede alcun progetto che prefiguri l'uscita da una crisi che viene già pagata dai più deboli e che salvaguarda, al contrario, gli interessi dei più forti ma la crisi stessa diventa l’occasione per accelerare questo progetto regressivo. I provvedimenti del Governo cancellano la contrattazione e i diritti del lavoro, per lasciare il posto al potere unilaterale della dirigenza su reclutamento, carriere, salario, organizzazione del lavoro, provvedimenti disciplinari. L'accordo separato del 30 ottobre sul protocollo per il pubblico impiego e quello del 22 gennaio sul modello contrattuale vanno esattamente in questa direzione: i contratti del secondo biennio, una manciata di spiccioli concessi dal Governo, sono l'anticipazione dei futuri contratti nazionali. La grande partecipazione ai referendum e l'esito del voto certificato nella consultazione della scuola, con il 95 per cento di NO, conferma e rafforza il giudizio negativo della FLC su quelle intese. Il disegno di legge sulla regolamentazione delle azioni di lotta nei servizi pubblici locali ha come unico obiettivo quello di limitare il diritto allo sciopero ed è un ulteriore segnale della pericolosa deriva autoritaria del Governo. La Legge 133/08 e la Legge Finanziaria 2009 hanno previsto insostenibili tagli al sistema dell'istruzione e della formazione. Si riduce il tempo scuola e l’offerta formativa, si stravolge il modello del tempo pieno e prolungato eliminando le compresenze. E’ allo stesso tempo un attacco al sistema e ai lavoratori a partire da quelli precari che potrebbero essere condannati ad un futuro ravvicinato di disoccupazione. Nella scuola si tagliano 150.000 posti di lavoro.
L’università pubblica è ormai al collasso. I tagli pesantissimi ai bilanci stanno già producendo i loro effetti mentre incombe sugli enti di ricerca i disegno di una ancora più forte sudditanza nei confronti della politica. Come se ciò non bastasse è in discussione al senato il disegno di legge che cancella le stabilizzazioni e porta al licenziamento di migliaia di precari negli Enti di ricerca e nelle Università. E indispensabile l'immediato ripristino delle risorse tagliate con la legge 133/08; è necessario mettere in campo un vero progetto riformatore che integri le politiche in tutti i comparti della conoscenza pubblica; la definizione di regole democratiche sulla rappresentanza prevedendo il voto dei lavoratori su tutti gli accordi; il ritiro dei provvedimenti Brunetta sulla malattia;la difesa dell'occupazione aprendo un tavolo interministeriale di confronto sul precariato per garantire i necessari processi di stabilizzazione e l'estensione degli ammortizzatori sociali; le garanzie di una maggiore qualità dell'offerta formativa nella scuola dell'obbligo pesantemente peggiorata dai regolamenti della Gelmini; il ritiro del disegno di legge ammazzaprecari e del ddl Aprea contro la libertà di insegnamento; sono queste le ragioni per cui oggi i lavoratori e le lavoratrici della conoscenza scioperano e manifestano assieme agli studenti dell’onda e alle famiglie e faranno sentire nuovamente la loro voce il 4 aprile assieme a tutta la CGIL.
L’università pubblica è ormai al collasso. I tagli pesantissimi ai bilanci stanno già producendo i loro effetti mentre incombe sugli enti di ricerca i disegno di una ancora più forte sudditanza nei confronti della politica. Come se ciò non bastasse è in discussione al senato il disegno di legge che cancella le stabilizzazioni e porta al licenziamento di migliaia di precari negli Enti di ricerca e nelle Università. E indispensabile l'immediato ripristino delle risorse tagliate con la legge 133/08; è necessario mettere in campo un vero progetto riformatore che integri le politiche in tutti i comparti della conoscenza pubblica; la definizione di regole democratiche sulla rappresentanza prevedendo il voto dei lavoratori su tutti gli accordi; il ritiro dei provvedimenti Brunetta sulla malattia;la difesa dell'occupazione aprendo un tavolo interministeriale di confronto sul precariato per garantire i necessari processi di stabilizzazione e l'estensione degli ammortizzatori sociali; le garanzie di una maggiore qualità dell'offerta formativa nella scuola dell'obbligo pesantemente peggiorata dai regolamenti della Gelmini; il ritiro del disegno di legge ammazzaprecari e del ddl Aprea contro la libertà di insegnamento; sono queste le ragioni per cui oggi i lavoratori e le lavoratrici della conoscenza scioperano e manifestano assieme agli studenti dell’onda e alle famiglie e faranno sentire nuovamente la loro voce il 4 aprile assieme a tutta la CGIL.
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