Lo scorso 23 maggio, mentre Marchionne era impegnato nel chiudere trattative in giro per il mondo, avevo denunciato come il piano aziendale della FIAT prevedesse un taglio di 10mila persone.
Avevo denunciato come il Governo italiano si fosse limitato ad attendere la chiusura delle trattative con Chrysler e Opel prima di vedere le carte del piano FIAT. Avevo denunciato come in un periodo di crisi, le ristrutturazioni aziendali, se devono avvenire anche grazie al contributo pubblico, devono essere a bilancio zero per i licenziamenti.
E oggi, purtroppo, quell’allarme lanciato quasi un anno fa trova la sua collocazione malvagia nelle carte di Marchionne che vogliono la chiusura di Termini Imerese, mentre la produzione continua a ritmi incalzanti in Polonia e in Brasile.
Dietro la frase “Capacità produttiva in eccesso” ci sono famiglie, vite che saranno spazzate via dal mondo produttivo, e non solo. Ed è per questo che oggi gli operai FIAT sono in sciopero. Ed è per questo che vanno supportati.
Mi auguro che il governo italiano faccia quello che in questi mesi non ha osato fare: chiedere conto alla FIAT e a Marchionne di quanto è stato loro dato in questi anni dall’Italia e bloccare quindi i licenziamenti, rilanciando piuttosto la produzione e puntando su ricerca e innovazione.
Avevo denunciato come il Governo italiano si fosse limitato ad attendere la chiusura delle trattative con Chrysler e Opel prima di vedere le carte del piano FIAT. Avevo denunciato come in un periodo di crisi, le ristrutturazioni aziendali, se devono avvenire anche grazie al contributo pubblico, devono essere a bilancio zero per i licenziamenti.
E oggi, purtroppo, quell’allarme lanciato quasi un anno fa trova la sua collocazione malvagia nelle carte di Marchionne che vogliono la chiusura di Termini Imerese, mentre la produzione continua a ritmi incalzanti in Polonia e in Brasile.
Dietro la frase “Capacità produttiva in eccesso” ci sono famiglie, vite che saranno spazzate via dal mondo produttivo, e non solo. Ed è per questo che oggi gli operai FIAT sono in sciopero. Ed è per questo che vanno supportati.
Mi auguro che il governo italiano faccia quello che in questi mesi non ha osato fare: chiedere conto alla FIAT e a Marchionne di quanto è stato loro dato in questi anni dall’Italia e bloccare quindi i licenziamenti, rilanciando piuttosto la produzione e puntando su ricerca e innovazione.
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