Diceva Giorgio Gaber in uno dei suoi capolavori: “Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro”. Oggi avviene il contrario credo che qualcuno può essere di sinistra, ma sfortunatamente è qualcos’altro. Sempre nella stessa canzone Gaber diceva: “Qualcuno era comunista perché credeva di essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.”
Nel finale di questa canzone Gaber diceva: “E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.” Per tantissimi il sogno si è rattrappito e per molti altri, penso a persone della mia età o poco più grandi, questo sogno non è mai esistito, perché le più grandi forze di centrosinistra sono state succube della destra, hanno rincorso i sogni individuali.
E oggi quei movimenti che riescono ad intercettare la protesta e il disagio, non fanno altro che sviluppare la rabbia, penso alla Lega, all’IDV, ai grillini, senza sviluppare una speranza. Piuttosto che parlare di una società e di una socialità alternativa da costruire con il contributo del popolo, si sono concentrati sull’impotenza e hanno sostenuto le frustrazioni.
Credo quindi che ci sia urgenza di una Sinistra, l’urgenza dal punto di vista sociale, ambientale, di democrazia e anche un’urgenza dal punto di vista esistenziale. In un epoca in cui le grandi narrazioni hanno ceduto il passo a piccole narrazioni, in un’epoca in cui persino la religione è stata sconfitta dai valori edonistici e consumistici, in un’epoca in cui il fenomeno della droga interessa non solo le parti emarginate della società, la Sinistra deve riuscire a svolgere anche questa funzione.
Il compito della Sinistra però non è quello di dare risposte definitive, né di compiere sintesi asfittiche come forse è avvenuto nel Novecento, ma di offrire una piattaforma all’interno della quale gli individui, ciascuno con i propri interessi, le proprie ansie, le proprie conoscenze, il proprio essere, possano contribuire al cambiamento. Una Sinistra che si fa lungo il cammino per la Sinistra. Quando parlo di una funzione esistenziale della Sinistra potrei sembrare eccessivamente aristocratico e poetico, potrei sembrare una persona che perde di vista le urgenza dei deboli, l’urgenza di chi perde il lavoro, di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Non è così, i disagi, le emarginazioni, sono il fondamento dei nostri sogni, e quindi solo una vera Sinistra può occuparsi in maniera adeguata delle oppressioni e può mostrare una via d’uscita sia sul piano alto dei sogni quanto su quello pratico dei cambiamenti.
Concludo recuperando le parole di un grandissimo uomo: “Vi invito compagni a impegnarvi tutti con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini con la fiducia. Presentandoci per quello che siamo stati e siamo è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà”. Credo che soprattutto in una società frammentata come la nostra, povera di piazze, di strade e nella quale viene dato scarso valore alla socializzazione, si debbano riannodare i fili e ritornare a fare volare il gabbiano.
Nel finale di questa canzone Gaber diceva: “E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.” Per tantissimi il sogno si è rattrappito e per molti altri, penso a persone della mia età o poco più grandi, questo sogno non è mai esistito, perché le più grandi forze di centrosinistra sono state succube della destra, hanno rincorso i sogni individuali.
E oggi quei movimenti che riescono ad intercettare la protesta e il disagio, non fanno altro che sviluppare la rabbia, penso alla Lega, all’IDV, ai grillini, senza sviluppare una speranza. Piuttosto che parlare di una società e di una socialità alternativa da costruire con il contributo del popolo, si sono concentrati sull’impotenza e hanno sostenuto le frustrazioni.
Credo quindi che ci sia urgenza di una Sinistra, l’urgenza dal punto di vista sociale, ambientale, di democrazia e anche un’urgenza dal punto di vista esistenziale. In un epoca in cui le grandi narrazioni hanno ceduto il passo a piccole narrazioni, in un’epoca in cui persino la religione è stata sconfitta dai valori edonistici e consumistici, in un’epoca in cui il fenomeno della droga interessa non solo le parti emarginate della società, la Sinistra deve riuscire a svolgere anche questa funzione.
Il compito della Sinistra però non è quello di dare risposte definitive, né di compiere sintesi asfittiche come forse è avvenuto nel Novecento, ma di offrire una piattaforma all’interno della quale gli individui, ciascuno con i propri interessi, le proprie ansie, le proprie conoscenze, il proprio essere, possano contribuire al cambiamento. Una Sinistra che si fa lungo il cammino per la Sinistra. Quando parlo di una funzione esistenziale della Sinistra potrei sembrare eccessivamente aristocratico e poetico, potrei sembrare una persona che perde di vista le urgenza dei deboli, l’urgenza di chi perde il lavoro, di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Non è così, i disagi, le emarginazioni, sono il fondamento dei nostri sogni, e quindi solo una vera Sinistra può occuparsi in maniera adeguata delle oppressioni e può mostrare una via d’uscita sia sul piano alto dei sogni quanto su quello pratico dei cambiamenti.
Concludo recuperando le parole di un grandissimo uomo: “Vi invito compagni a impegnarvi tutti con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini con la fiducia. Presentandoci per quello che siamo stati e siamo è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà”. Credo che soprattutto in una società frammentata come la nostra, povera di piazze, di strade e nella quale viene dato scarso valore alla socializzazione, si debbano riannodare i fili e ritornare a fare volare il gabbiano.
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