
"Mentre scrivo è in corso il tavolo tecnico organizzativo che si pronuncerà sulla data e sulle regole delle primarie con cui il centrosinistra sceglierà il suo candidato alla presidenza della Regione Puglia per le regionali 2010. Io dico ora: che vinca il migliore. Se vincerà Emiliano, naturalmente lo sosterrò. Sono un uomo della sinistra e sono impegnato a sconfiggere la fabbrica delle paure che è il centrodestra che governa l’Italia. Ho cercato in tutti questi mesi di non mettere mai il piede in quell’arena particolare in cui andavano in scena le polemiche, i pettegolezzi, le contumelie, lo straparlare. Ho cercato di rimanere sempre al mio posto e di dire una parola in meno piuttosto che una parola in più, facendomi carico anche di comprendere i sentimenti degli altri interlocutori. Di me posso dire di non essermi mai innamorato del potere. Sono entrato nel potere e ho promesso una cosa: che avrei cercato di non lasciarmi stravolgere l’anima, di non farmi mangiare il cuore dal potere. Alla fine di questa esperienza di Governo regionale, posso dire di essere stato fedele a me stesso: sono stato felice ogni volta che ho modificato, in positivo, la vita a qualcuno. Sono stato talvolta poco attento ai partiti perché mi sono sentito responsabile di 4 milioni e 68mila pugliesi. Quello è diventato il mio partito. Non per spocchia o alterigia nei confronti dei partiti, ma talvolta sono stato un po’ disattento verso le loro esigenze perché mi sono sentito pressato dalla necessità di dare risposte a questo immenso, sconfinato corpo che non è soltanto un corpo elettorale, è un corpo che soffre e che vorrebbe avere diritti. Finisco questa esperienza con la speranza di poter dire: ho lasciato un segno positivo, ho piantato un seme."
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