Nel decreto è previsto anche il rimborso che riceveranno i comuni che ospiteranno le centrali. Ma le polemiche diventano ancora più feroci proprio sul reperimento delle risorse economiche paventate; sul fatto che solo dopo febbraio 2010 saranno resi noti i comuni che ospiteranno i siti; non sono stati ancora nominati i vertici dell’Agenzia per la sicurezza nucleare che però ha già il mandato per decreto di individuare i siti idonei per la costruzione delle centrali nucleari.
Secondo quanto riportato dal comunicato stampa del Ministero per lo sviluppo economico:
Nel dettaglio è previsto un beneficio economico onnicomprensivo annuale commisurato alla potenze elettrica nominale dell’impianto nella fase di cantiere, pari a 3 mila euro per megaWatt. Una volta che l’impianto nucleare sarà entrato in esercizio, il beneficio economico sarà commisurato all’energia elettrica prodotta ed immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l’impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’impianto. Nel dettaglio, i benefici attinenti alla fase di realizzazione degli impianti sono destinati per il 40% agli enti locali per le finalità istituzionali e per il 60% alle persone residenti e alle imprese presenti sul territorio circostante il sito, mediante la riduzione della spesa energetica, della TARSU, delle addizionali IRPEF, IRPEG e dell’ICI, secondo criteri e modalità che saranno fissati dagli enti locali interessati. Quelli correlati all’esercizio produttivo degli impianti, invece, saranno destinati alla riduzione della spesa per energia elettrica dei clienti ubicati nei territori dove hanno sede gli impianti.
Secondo Legambiente, come già faceva notare Greenpeace nella sua campagna contro il nucleare, la promessa di pagare bollette più leggere è incompatibile con le azioni individuate dal decreto. Spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente nel suo comunicato stampa:
Il governo deve smetterla con la propaganda sui benefici economici, ambientali ed energetici che garantirebbe il progetto di nuove centrali nucleari, dal quale la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel si tiene ben lontana. Spendendo non meno di 50 miliardi di euro per produrre il 25% dell’elettricità, distoglieremmo tutte le attenzioni e le risorse economiche che potrebbero essere investite subito nella green economy dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Sono queste le uniche soluzioni efficaci e già disponibili per rispettare la scadenza europea del 2020 prevista dal pacchetto energia e clima, ridurre davvero la bolletta e la dipendenza dall’estero e per diversificare le fonti energetiche. Il governo fermi questo progetto, utile per pochi e inutile per la collettività che scatenerebbe inevitabili conflitti istituzionali e sociali già visti, non solo negli anni ‘70 e ‘80, ma anche poco tempo fa a Scansano Jonico per realizzare il deposito geologico dei rifiuti radioattivi, e che né i rimborsi milionari nè l’uso dell’esercito eviterebbero.
Anche il WWF specifica che il decreto non è ben confezionato neanche sulla gestione delle scorie nucleari:
Il decreto, inoltre, prevede la costituzione di un “Parco tecnologico” a cura della Sogin per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Pensa forse il Governo che con un nome così altisonante i cittadini non riconosceranno un deposito di scorie e le strutture per il riprocessamento delle stesse? Esiste il pericolo reale che tale “Parco Tecnologico” sia destinato al riprocessamento delle scorie provenienti dalle centrali in territorio italiano e non solo. La promessa di benefici economici per i comuni che accoglieranno le centrali e altri impianti del ciclo nucleare, oltre a rappresentare un nuovo e ingente esborso a carico dei contribuenti, svela la filosofia di fondo della strategia “compensativa” messa in atto, con l’intento di mettere i cittadini gli uni contro gli altri.
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