Dopo il molto parlare dell'inceneritore "Fenice", il Circolo di "Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) ha inteso organizzare, con il contributo del Coordinamento Provinciale e Regionale, un incontro in cui discutere della situazione con le istituzioni provinciali, competenti in tema di gestione dei rifiuti,.
L'incontro avrà luogo venerdì 20 Novembre 2009, alle ore 18.00, presso l'Auditorium del Centro Sociale "Di Gilio" di Lavello (PZ).
L'incontro avrà luogo venerdì 20 Novembre 2009, alle ore 18.00, presso l'Auditorium del Centro Sociale "Di Gilio" di Lavello (PZ).
Titolo dell'iniziativa: "L'Ambiente, bene comune... Fenice: inquinamento, monitoraggio e gestione dei rifiuti".
Interverranno Ivano Scotti, componente del Coordinamento Cittadino di "Sinistra e Libertà" di Lavello, Piero Lacorazza, Presidente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, Assessore Provinciale all'Ambiente e Carlo Petrone, Coordinatore Regionale di "Sinistra e Libertà".
All'incontro parteciperà anche Maurizio Vaccaro del Forum Nazionale Ambiente di "Sinistra e Libertà".
Interverranno Ivano Scotti, componente del Coordinamento Cittadino di "Sinistra e Libertà" di Lavello, Piero Lacorazza, Presidente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, Assessore Provinciale all'Ambiente e Carlo Petrone, Coordinatore Regionale di "Sinistra e Libertà".
All'incontro parteciperà anche Maurizio Vaccaro del Forum Nazionale Ambiente di "Sinistra e Libertà".
2 commenti:
A proposito di Fenice, il 3/11 u.s. scrivevo alla STAMPA.it (http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?ID_blog=305&ID_articolo=33&ID_sezione=693&sezione=Underblog). Gentile d.ssa Bruzzone, non a caso mi riferivo all'inceneritore che è in-sito laddove si producono "auto e affini" della SATA(Fiat), il "mostro-Fenice" è sotto accusa sin dall'insediamento del grosso complesso industriale "ov'era(l'ombra orsè la quercia spande morta, né più coi turbini tenzona") una rigogliosa campagna di circa 5mila ettari ed ora non r-esiste un filo d'erba. E un forte pregiudizio sulle colture confinanti. Al posto delle piante vi sono macchine ferme in "pianta" stabile, invendute. Che se poi acquistate producono, in Ue, in un anno più morti e inquinamento di tutte e 2 le guerre contro l'islam. Come progetto d'investimento e come prospettiva futura non mi pare un grande affare, specie se si pensa a delocalizzare. La Fiat scelse il melfese perché zona scarsamente sindacalizzata (forse, su Melfi, male informata?), assumendo solo giovani, un errore anche a livello sociologico da condannare non solo sul piano etico-morale. Ma più che altro fu l' allettante massa di denaro a farla da..."padrone": ora che la sindacalizzazione è maturata. Chissà la professionalità, con i fasulli corsi di formazione. Non a caso la "fazenda"-F(i)at-toria-Sata ha molte affinità con l'agricoltura. Crisi finanziaria di fine 800, il Credito Mobiliare consigliato dal francese Pereire, consulenti i Rothschild, fallisce per aver investito in agricoltura (anticipazioni sui frutti pendenti,...), per aiutare la Cirio(?), cade anche la Banca Generale: la Banca Nazionale si fa carico delle perdite che passerà poi alla Banca d'Italia (corsi e ricorsi storici!). Così la Banca Romana per fatti molto gravi (falsi in bilancio,...): dir.re (di Dx) arrestato e poi assolto, mentre per meno il dir.re del Banco di Napoli fu duramente condannato.(allora come oggi la legge non è uguale...). Siamo in era giolittiana (1894-1913). Nasce la B.d'Italia, la Commerciale (su iniziativa di tedeschi esperti ne credito all'industria) e il Credito It. Dopo 40 anni si stagnazione riparte l' economia...e così l'avventura del gruppo di terrieri guidati da Agnelli che daranno vita alla Fiat...ma già nel 1907 fu la "prima" azienda...a risentire della crisi generata dagli Usa(così il 2007, dopo 100 anni), che sprofondò del tutto nel 29. Altre alchimie, fusioni, ristrutturzioni, altra massa di denaro dello Stato gestito da Bankitalia per risanare la Società Bancaria che sosteneva la Fiat! Nata, più o meno nel 1896, con la fazenda do Brasil (ora dal sud si va al nord...America): sistema che portò da un lato l'intensificarsi delle esportazioni, ma dall'altro un notevole aumento della schiavitù.-----REPLICA: "Mauro, le pubblico solo mezzo commento. Fenice, società per azioni italiana del gruppo Electricité de France (EDF), non c'entra NIENTE con la Fiat, a parte il fatto di essere a Melfi. Il tutto comunque ESULA dal tema del post. Anzi, AVVISO che NON pubblicherò PIU'commmenti FUORI TEMA.
scritto da Maria Grazia Bruzzone 3/11/2010 19:53". Certo, bisognerebbe leggere ma sulla Fiat al suo direttor, Calabrese ho scritto di peggio, ed è stato pubblicato!
A proposito di Fenice, il 3/11 u.s. scrivevo alla STAMPA.it (http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?ID_blog=305&ID_articolo=33&ID_sezione=693&sezione=Underblog). Gentile d.ssa Bruzzone, non a caso mi riferivo all'inceneritore che è in-sito laddove si producono "auto e affini" della SATA(Fiat), il "mostro-Fenice" è sotto accusa sin dall'insediamento del grosso complesso industriale "ov'era(l'ombra orsè la quercia spande morta, né più coi turbini tenzona") una rigogliosa campagna di circa 5mila ettari ed ora non r-esiste un filo d'erba. E un forte pregiudizio sulle colture confinanti. Al posto delle piante vi sono macchine ferme in "pianta" stabile, invendute. Che se poi acquistate producono, in Ue, in un anno più morti e inquinamento di tutte e 2 le guerre contro l'islam. Come progetto d'investimento e come prospettiva futura non mi pare un grande affare, specie se si pensa a delocalizzare. La Fiat scelse il melfese perché zona scarsamente sindacalizzata (forse, su Melfi, male informata?), assumendo solo giovani, un errore anche a livello sociologico da condannare non solo sul piano etico-morale. Ma più che altro fu l' allettante massa di denaro a farla da..."padrone": ora che la sindacalizzazione è maturata. Chissà la professionalità, con i fasulli corsi di formazione. Non a caso la "fazenda"-F(i)at-toria-Sata ha molte affinità con l'agricoltura. Crisi finanziaria di fine 800, il Credito Mobiliare consigliato dal francese Pereire, consulenti i Rothschild, fallisce per aver investito in agricoltura (anticipazioni sui frutti pendenti,...), per aiutare la Cirio(?), cade anche la Banca Generale: la Banca Nazionale si fa carico delle perdite che passerà poi alla Banca d'Italia (corsi e ricorsi storici!). Così la Banca Romana per fatti molto gravi (falsi in bilancio,...): dir.re (di Dx) arrestato e poi assolto, mentre per meno il dir.re del Banco di Napoli fu duramente condannato.(allora come oggi la legge non è uguale...). Siamo in era giolittiana (1894-1913). Nasce la B.d'Italia, la Commerciale (su iniziativa di tedeschi esperti ne credito all'industria) e il Credito It. Dopo 40 anni si stagnazione riparte l' economia...e così l'avventura del gruppo di terrieri guidati da Agnelli che daranno vita alla Fiat...ma già nel 1907 fu la "prima" azienda...a risentire della crisi generata dagli Usa(così il 2007, dopo 100 anni), che sprofondò del tutto nel 29. Altre alchimie, fusioni, ristrutturzioni, altra massa di denaro dello Stato gestito da Bankitalia per risanare la Società Bancaria che sosteneva la Fiat! Nata, più o meno nel 1896, con la fazenda do Brasil (ora dal sud si va al nord...America): sistema che portò da un lato l'intensificarsi delle esportazioni, ma dall'altro un notevole aumento della schiavitù.-----REPLICA: "Mauro, le pubblico solo mezzo commento. Fenice, società per azioni italiana del gruppo Electricité de France (EDF), non c'entra NIENTE con la Fiat, a parte il fatto di essere a Melfi. Il tutto comunque ESULA dal tema del post. Anzi, AVVISO che NON pubblicherò PIU'commmenti FUORI TEMA.
scritto da Maria Grazia Bruzzone 3/11/2010 19:53". Certo, bisognerebbe leggere ma sulla Fiat al suo direttor, Calabrese ho scritto di peggio, ed è stato pubblicato!
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