giovedì 12 novembre 2009

La mafia nell'eolico: come trovare un nuovo business...

[da ecoblog.it dell'11 novembre del 2009 - un monito per chi guarda con superficialità l'eolico nel territorio lucano e di Lavello (PZ)]
La Guardia di finanza ha sequestrato sei impianti eolici tra Carlentini, Siracusa e Palermo e uno a Ploaghe in Sardegna, mentre finiscono sotto inchiesta 12 società con sede a Avellino e in Sicilia che hanno beneficiato dei contributi per la costruzione dei parchi eolici. In tototale sono state fermate 185 pale eoliche per un valore di circa 153 mila euro. Gli impianti sequestrati sono a Carlentini (Sr) con 57 turbine; in provincia di Catania a Militello Val di Catania (Ct) con 18 turbine; a Mineo con 11 turbine e a Vizzini con 30 turbine; a Ploaghe (Ss) con 26 turbine; in provincia di Palermo a Camporeale con 24 turbine e a Partinico e Monreale con 19 turbine.
Tratto in arresto Oreste Vigorito che come scrive TV7 Benevento: "Sessantadue anni, avvocato di origini irpino-napoletane, insieme al fratello Ciro, Oreste Vigorito ha costruito nel corso degli anni un vero e proprio impero. Stimato presidente dell’Enav, l’associazione industriale del settore eolico, proprietario della società di calcio del Benevento, ma soprattutto deus ex machina della Ivpc, il gruppo che gestisce gran parte delle centrali ad energia eolica installate in quasi tutte le regioni italiane. I primi impianti vengono realizzati a Montefalcone, in provincia di Benevento: dodici generatori da seicento chilowatt ciascuno. Successivamente, cresce il numero dei parchi eolici e, con essi, le società che entreranno nel gruppo Ivpc nel quale Vigorito è sempre presente in veste di proprietario, gestore o manutentore degli impianti. Precursore della “green economy”, il gruppo di Vigorito fattura 250 milioni di euro l’anno, con 420 dipendenti e un altro migliaio di posti di lavoro impegnati nell’indotto: un settore di grande redditività economica, quello dell’energia eolica, che in pochi anni ha visto aumentare i ricavi di oltre 43 punti percentuali. Il sogno di Vigorito, al quale stava lavorando alacremente, era il collocamento in Borsa della Italian Vento Power Corporation".
In manette, riferisce Marsala.it anche: "Vito Nicastri, di 53, di Alcamo; Ferdinando Renzulli, 43 anni, di Avellino e Vincenzo Dongarrà, 47 anni, di Enna. Altre undici persone sono state denunciate. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per aver indebitamente percepito contributi pubblici".
Spiega così il meccanismo l’Unione Sarda: "Le regole della truffa erano semplicissime. Prima bisogna attestare la disponibilità di un terreno su cui costruire la centrale eolica (in genere erano terreni concessi dai comuni e poi subconcessi alle società compiacenti); successivamente dimostrare di avere consistenza patrimoniale ed economica per poter far fronte all’investimento e renderlo redditizio: nessun problema se le società potevano contare su delle consorelle nel Regno Unito che al momento opportuno iniettavano nelle casse societarie soldi provenienti da altri finanziamenti pubblici. Un giro di danari tra Olanda, Spagna e Inghilterra. Il gioco delle tre carte, delle scatole cinesi o matrioska. Un investimento sicuro: l’eolico campano vince sempre".
Intanto, Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, stasera è a Striscia la notizia. Leggo dal comunicato stampa: "Vittorio Sgarbi accompagna 100% Brumotti nella costa che unisce Gela a Licata, mostrando lo scempio che è stato compiuto costruendo pale eoliche (molte delle quali non funzionanti) che deturpano uno dei paesaggi più belli del nostro Paese. Il Primo Cittadino di Salemi non riesce a capacitarsi di come nessuno dei politici del luogo voglia salvaguardare la bellezza del paesaggio e ipotizza che dietro la costruzione di questi impianti ecocompatibili (dall’ingente costo di 1 milione e mezzo di euro l’uno) si possa nascondere l’ombra della mafia".

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