venerdì 27 novembre 2009

LASME: dalla lotta alle firme...

I fatti da raccontare sono tanti.
Ciò che emerge con evidenza è che dopo una Assemblea in cui si è deciso di continuare la protesta e proporre una diversa soluzione - tanto che alcuni lavoratori dell'industria di San Nicola di Melfi (PZ) hanno iniziato uno sciopero della fame - il fronte sindacale si è rotto.
Dopo l'invio delle lettere di licenziamento, i sindacati, tranne la FIOM, hanno raccolto delle firme per accettare la proposta dell'impresa nella speranza di salvare il salvabile.
Questo atto, favorito anche dall'opinione del consigliere PdL della Regione Basilicata Pagliuca, che sostiene la non democraticità dell'Assemblea in cui si decise di non accettare la proposta aziendale, ha fatto il resto.
La proposta FIOM del 16 Novembre 2009 ci sembra interessante (nell'immagine), ma ora il destino di quella fabbrica e di quei lavoratori quale sarà? L'Accordo aziendale permetterà veramente di assorbire una buona parte dei lavoratori quando sarà a regime? Quali saranno eventualmente i criteri di selezione dei lavoratori? Chi garantisce cosa e chi?
"Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) depreca la rottura dell'unità sindacale e gli atti che ne hanno determinato la spaccatura e chiama a responsabilità tutte le parti in causa.
In una Regione dove il numero degli occupati è sceso al livello del II semestre del 2004 con un numero elevato di cassintegrati, va evitata la rottura sindacale e le facili soluzioni per le aziende.

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