[da www.sinistraeliberta.it del 11/07/2009]
Con 12 voti contrari e 7 astenuti, il Consiglio Nazionale del Partito socialista ha approvato a larghissima maggioranza (280 i presenti) il documento politico della segreteria del partito.
Il documento prevede che il congresso del Partito si tenga nei tempi e nei modi stabiliti dallo statuto, ovvero l’anno prossimo dopo le elezioni amministrative. Resta confermata la politica di alleanze con le altre forze di Sinistra e Libertà per costruire una forza di governo laica, libertaria e di sinistra, distinta dalle forze politiche comuniste e che abbia come punto di riferimento obbligato il PSE.
I lavori del Consiglio nazionale sono stati aperti dalla relazione del Segretario del Partito, Riccardo Nencini il quale, rispondendo alle critiche e ai timori emersi rispetto all’alleanza di Sinistra e Libertà ha affermato “Il Partito socialista non si scioglie. Ho preso un impegno personale oltre che politico a non mollare”.
“Questa storia - ha continuato - ha pieno diritto di cittadinanza, ma ha un senso solo se la teniamo legata a un progetto politico ma non può ridursi a mera testimonianza, alla galleria degli antenati”.
L’analisi di Nencini non ha lasciato spazi d’ombra. Ha ricordato che il risultato raggiunto alle europee, il 3,1%, “non è un risultato da buttare, è dignitoso“ e che da lì “bisogna ripartire” anche se le condizioni non sono certo facili perché la mancanza di una rappresentanza parlamentare, costituisce un serio handicap soprattutto dal punto di vista comunicativo, sia pubblico che privato, visto che “siamo in presenza di un bipolarismo perfetto nella comunicazione che premia solo chi sta in Parlamento”.
La barra del timone resta orientata sulla rotta intrapresa con Sinistra e libertà, proiettata verso gli appuntamenti del prossimo anno, le elezioni regionali. Il Segretario del partito non vede alternative. “Il centrodestra - dice - non solo ha vinto anche le ultime elezioni, ma le ha vinte bene, dimostrando di essere radicato anche a livello locale, ma il sistema politico è avviato verso una crisi del bipolarismo, con la vittoria della Lega nel centrodestra e la straordinaria debolezza del Partito democratico, che ha perso 4 milioni di voti, nel centrosinistra”. Nello stesso tempo, osserva, “il partito dove si è presentato col proprio simbolo, è andato male”.
Ci sono però anche dati positivi. “Il tesseramento che ripartirà a settembre con regole nuove, la ripresa di Mondoperaio e quella possibile dell’Avanti! della domenica, l’elezione di tanti compagni nelle realtà locali con la lista di SL”.
Nencini ha quindi affrontato la questione delle alleanze ricordando che “dalle ultime elezioni politiche siamo usciti non solo sconfitti, ma anche isolati”. Oggi c’è da registrare “l’apertura di SL ai repubblicani di Luciana Sbarbati e ai liberali di ‘Critica liberale’ e quanto al Pd “nei miei incontri con i candidati alla segreteria - ha detto - ho ricevuto certezza che per 4 mesi questo partito sarà bloccato in un congresso vero, con esiti che non sono assolutamente certi. Può vincere Tizio nel congresso e Caio nelle primarie. Una sorta di scisma avignonese. Ma con tutti i candidati c’è un punto in comune, uno schema molto diverso da quello di Veltroni. I numeri li obbligano a pensare diversamente. Col 26% non ce la fanno. Senza alleanze non ce la fanno“. “Penso ci siano le condizioni per superare Livorno del 1921, una condizione condivisa qui e accettata anche dal Pd”. Nelle conclusioni la questione del rapporto con i radicali: “Il no di Pannella - ha detto - ha preceduto quello di una parte di SL. Dentro SL bisogna fare spazio anche a chi condivide questo percorso e per questo penso di chiedere a Pannella di ripensarci“.
Nel corso del dibattito il Coordinatore della Segreteria nazionale Marco di Lello ha affermato che «Occorre ripensare la Sinistra italiana per tornare a parlare a quella parte del paese che ad essa si era affidata e da questa è stata tradita, per dare risposte alle paure di un Nord sempre più’ tentato di rifugiarsi nell’egoismo e nella xenofobia, per governare i cambiamenti in atto nel mercato del lavoro, a 40 anni dalla morte di Brodolini con un nuovo statuto dei Lavori e dei Lavoratori. Mentre il Pd - ha continuato Di Lello - impegnerà i prossimi mesi in un dibattito autoreferenziale noi socialisti, noi SL dovremo lavorare ad una nuova cultura politica frutto di una reciproca contaminazione di socialismo, ambientalismo, postcomunismo per tornare a parlare ad un’Italia di oggi molto diversa da quella del 900.”
Oltre al documento della segreteria, esposto da Marco Di Lello, sono stati presentati un altro documento, relatore Franco Bartolomei, e un ordine del giorno presentato da Bobo Craxi. Questi ultimi sono decaduti con l’approvazione da parte del CN del documento della segreteria perché di fatto chiedevano l’immediata convocazione del congresso. E’ stata quindi stabilita una cronologia di incontri in vista dei nuovi appuntamenti politici: il primo avverrà a Bologna il prossimo 17 luglio per le regioni dell’area nord, il secondo a Napoli il 22 per le regioni del Sud Italia; ne seguiranno altri per le diverse aree geografiche. Infine, sono stati approvati tre ordini del giorno proposti dalla Giovanile Socialista riguardanti le morti bianche e il nucleare.
Con 12 voti contrari e 7 astenuti, il Consiglio Nazionale del Partito socialista ha approvato a larghissima maggioranza (280 i presenti) il documento politico della segreteria del partito.
Il documento prevede che il congresso del Partito si tenga nei tempi e nei modi stabiliti dallo statuto, ovvero l’anno prossimo dopo le elezioni amministrative. Resta confermata la politica di alleanze con le altre forze di Sinistra e Libertà per costruire una forza di governo laica, libertaria e di sinistra, distinta dalle forze politiche comuniste e che abbia come punto di riferimento obbligato il PSE.
I lavori del Consiglio nazionale sono stati aperti dalla relazione del Segretario del Partito, Riccardo Nencini il quale, rispondendo alle critiche e ai timori emersi rispetto all’alleanza di Sinistra e Libertà ha affermato “Il Partito socialista non si scioglie. Ho preso un impegno personale oltre che politico a non mollare”.
“Questa storia - ha continuato - ha pieno diritto di cittadinanza, ma ha un senso solo se la teniamo legata a un progetto politico ma non può ridursi a mera testimonianza, alla galleria degli antenati”.
L’analisi di Nencini non ha lasciato spazi d’ombra. Ha ricordato che il risultato raggiunto alle europee, il 3,1%, “non è un risultato da buttare, è dignitoso“ e che da lì “bisogna ripartire” anche se le condizioni non sono certo facili perché la mancanza di una rappresentanza parlamentare, costituisce un serio handicap soprattutto dal punto di vista comunicativo, sia pubblico che privato, visto che “siamo in presenza di un bipolarismo perfetto nella comunicazione che premia solo chi sta in Parlamento”.
La barra del timone resta orientata sulla rotta intrapresa con Sinistra e libertà, proiettata verso gli appuntamenti del prossimo anno, le elezioni regionali. Il Segretario del partito non vede alternative. “Il centrodestra - dice - non solo ha vinto anche le ultime elezioni, ma le ha vinte bene, dimostrando di essere radicato anche a livello locale, ma il sistema politico è avviato verso una crisi del bipolarismo, con la vittoria della Lega nel centrodestra e la straordinaria debolezza del Partito democratico, che ha perso 4 milioni di voti, nel centrosinistra”. Nello stesso tempo, osserva, “il partito dove si è presentato col proprio simbolo, è andato male”.
Ci sono però anche dati positivi. “Il tesseramento che ripartirà a settembre con regole nuove, la ripresa di Mondoperaio e quella possibile dell’Avanti! della domenica, l’elezione di tanti compagni nelle realtà locali con la lista di SL”.
Nencini ha quindi affrontato la questione delle alleanze ricordando che “dalle ultime elezioni politiche siamo usciti non solo sconfitti, ma anche isolati”. Oggi c’è da registrare “l’apertura di SL ai repubblicani di Luciana Sbarbati e ai liberali di ‘Critica liberale’ e quanto al Pd “nei miei incontri con i candidati alla segreteria - ha detto - ho ricevuto certezza che per 4 mesi questo partito sarà bloccato in un congresso vero, con esiti che non sono assolutamente certi. Può vincere Tizio nel congresso e Caio nelle primarie. Una sorta di scisma avignonese. Ma con tutti i candidati c’è un punto in comune, uno schema molto diverso da quello di Veltroni. I numeri li obbligano a pensare diversamente. Col 26% non ce la fanno. Senza alleanze non ce la fanno“. “Penso ci siano le condizioni per superare Livorno del 1921, una condizione condivisa qui e accettata anche dal Pd”. Nelle conclusioni la questione del rapporto con i radicali: “Il no di Pannella - ha detto - ha preceduto quello di una parte di SL. Dentro SL bisogna fare spazio anche a chi condivide questo percorso e per questo penso di chiedere a Pannella di ripensarci“.
Nel corso del dibattito il Coordinatore della Segreteria nazionale Marco di Lello ha affermato che «Occorre ripensare la Sinistra italiana per tornare a parlare a quella parte del paese che ad essa si era affidata e da questa è stata tradita, per dare risposte alle paure di un Nord sempre più’ tentato di rifugiarsi nell’egoismo e nella xenofobia, per governare i cambiamenti in atto nel mercato del lavoro, a 40 anni dalla morte di Brodolini con un nuovo statuto dei Lavori e dei Lavoratori. Mentre il Pd - ha continuato Di Lello - impegnerà i prossimi mesi in un dibattito autoreferenziale noi socialisti, noi SL dovremo lavorare ad una nuova cultura politica frutto di una reciproca contaminazione di socialismo, ambientalismo, postcomunismo per tornare a parlare ad un’Italia di oggi molto diversa da quella del 900.”
Oltre al documento della segreteria, esposto da Marco Di Lello, sono stati presentati un altro documento, relatore Franco Bartolomei, e un ordine del giorno presentato da Bobo Craxi. Questi ultimi sono decaduti con l’approvazione da parte del CN del documento della segreteria perché di fatto chiedevano l’immediata convocazione del congresso. E’ stata quindi stabilita una cronologia di incontri in vista dei nuovi appuntamenti politici: il primo avverrà a Bologna il prossimo 17 luglio per le regioni dell’area nord, il secondo a Napoli il 22 per le regioni del Sud Italia; ne seguiranno altri per le diverse aree geografiche. Infine, sono stati approvati tre ordini del giorno proposti dalla Giovanile Socialista riguardanti le morti bianche e il nucleare.
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