Nella piana, chi tutela chi?
Il silenzio su ciò che sta avvenendo nell'area del più grande insediamento industriale del Mezzogiorno da parte della maggioranza delle forze politiche lucane ci sembra che la dica lunga sugli interessi che si intendono rappresentare e tutelare.
Alcuni giorni fa il Sindaco di Melfi invitava i lavoratori in agitazione dell'industria dell'auto a non tirare troppo la corda, ma chiedere semplicemente il rispetto di un accordo già siglato significa forse tirare troppo la corda? La verità è che così facendo il Sindaco Navazio non tutela i suoi concittadini ma si fa portatore degli interessi dei “piemontesi” che, come ha dichiarato il proprio Amministratore Delegato, chiuderanno il bilancio con un’utile di un miliardo di euro, sicuramente anche frutto del sacrificio dei lavoratori della piana di San Nicola di Melfi ai quali, però, oggi viene negato il giusto compenso concordato in precedenza.
Incomprensibile è anche il silenzio da parte delle istituzioni regionali e provinciali; ad esempio, ci chiediamo quali funzioni ha la Commissione Pari Opportunità della Regione Basilicata, se sia mai intervenuta sulle condizioni di lavoro delle donne, sia nelle fabbriche che nel settore florovivaistico del comprensorio, dove ormai da tempo, si vocifera, esistano condizioni di lavoro da quarto mondo; che questa Commissione sia servita solo a creare un’altra poltrona lautamente pagata?
Ci chiediamo anche quali interventi ha effettuato l’Ispettorato del Lavoro visto che circola la voce che in molte aziende dell’indotto siano stati utilizzati lavoratori interinali per sostituire i lavoratori in sciopero (atto che sarebbe peraltro illegale), creando non poche frizioni e malumori tra gli operai, ma più in generale, sulle condizioni di lavoro e possibili fenomeni di mobbing, la stessa ASL che interventi intraprende per controllare le condizioni ambientali a cui sono costretti i lavoratori?
Il Presidente de Filippo ha annunciato tempo fa il finanziamento al gruppo SATA per la costituzione di un centro di ricerca sull'automotive nel melfese, non vorremmo che questi soldi destinati ai lucani, particolarmente ai giovani altamente scolarizzati – che nel frattempo emigrano – finissero ad alimentare le solite clientele di quei soggetti che oggi spadroneggiano nell'area (comprese alcune sigle sindacali).
Per questo chiediamo al Presidente della Regione Basilicata che siano fissate regole certe e vincolanti per tutti i soggetti in campo prima di aprire i cordoni della borsa, che si facciano pressioni sugli organi di controllo per le condizione di lavoro degli operai della Piana di San Nicola e di tutto il Vulture-Melfese, poiché pensiamo sia giunto il momento – per tutti noi – di rivendicare con forza il nostro stato di Cittadini e non di semplici amministrati, o peggio ancora, di sudditi.
Circolo di Lavello (PZ)
di “Sinistra e Libertà”
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