sabato 29 agosto 2009

Hanno ammazzato Frost!!!

[divulghiamo il messaggio della Sezione di Lavello (PZ) della Lega per al Difesa del Cane del 29 Agosto 2009 che solleva, nuovamente, l'irrisolta questione randagismo attraverso il gruppo costituito su Facebook]

Lo abbiamo conosciuto tutti... parlo di Frost... il cagnone enorme tutto bianco con una macchia nera sul viso... lo abbiamo visto tutti in Piazzetta, in via Roma, a "Casabella", vicino alla bancarella di "C'cridd"... lui si che era un gigante... un gigante buono mollato un pomeriggio d'estate sulla S.S. 93... in curva! E' riuscito ad arrivare in Paese... è riuscito a "sopravvivere" per circa un mese o forse due... poi mercoledì alle 12:00 ci arriva una chiamata: "C'è un cane pieno di sangue... sembra moribondo".
Le istituzioni? ASSENTI... la ASL? ASSENTE! Il Sindaco... il dott. Annale? boh, forse è in ferie! Lui è rimasto lì per un pò... poi ha trovato la forza di rialzarsi, magari molestato da qualche LAVELLESE IDIOTA! Ieri il suo corpo è stato trovato senza vita nella cooperativa "dimensione Casa 2", non sappiamo da quanto tempo fosse morto... lui era lì, ricoperto di mosche... supponiamo sia stato avvelenato! "Incuteva timore... poteva mordere i bambini" dice la gente... proprio lui che non avrebbe mai fatto del male neanche a una mosca... ancora una volta un cane vittima DELL'INCIVILA'... DELL'IGNORANZA... DELLA CRUDELTA' DELLA GENTE... VITTIMA DI UN SINDACO CHE INCITA LA GENTE AD AMMAZZARLI... AD AVVELENARLI... A FAR FINTA DI NIENTE... FROST VITTIMA DELL'OMERTA' DI LAVELLO E DEI SUOI CITTADINI...
Stamattina il suo corpo sarà stato rimosso dalla nettezza urbana, magari sarà stato bruciato insieme a qualche pneumatico...o a qualche montagna di spazzatura! QUESTA E' QUELLO CHE ACCADE TUTTI I GIORNI A LAVELLO... TROPPI RANDAGI... POLPETTINE AVVELENATE...
Noi della Lega del Cane chiediamo aiuto a tutti voi... per combatterli bisogna essere in tanti...
La bacheca del gruppo è a vostra disposizione per proposte... pensieri... consigli su come combattere questa amministrazione... ANNALE E LA SUA GIUNTA DEVONO DIMETTERSI! NON VOGLIAMO CHE IL NOSTRO PAESE VENGA GOVERNATO DA ESSERI CRUDELI INSENSIBILI, MA SOPRATTUTTO IGNORANTI.
AIUTATECI...
GRAZIE A TUTTI

LASME: TUTTO DA RIFARE...

Sembrava un buon avvio l'accordo di ieri presso la prefettura a Poternza, ma meno di 24 ore ed è tutto da rifare per la vertenza LASME.
"I lavoratori sono a disposizione dell'azienda nel piazzale antistante la LASME e l'accesso allo stabilimento è assolutamente libero", così Antonio Pepe, Segretario Generale della CGIL Basilicata, rispondendo all'annuncio della LASME che, a causa del "mancato sgombero delle aree interne al perimetro aziendale" non sospenderà le procedure di mobilità per 174 operai dell'azienda.
La mobilitazione continua, con l'amarezza e la delusione degli operai, ma anche con tutto l'appoggio che sino ad ora "Sinistra e Libertà" di Lavello - ma anche di tutto il circondario - ha dimostrato verso i lavoratori della fabbrica di San Nicola di Melfi.

venerdì 28 agosto 2009

Sospesa mobilità, un primo passo per la LASME

Dopo l'incontro di ieri (28 agosto) in prefettura a Potenza, le parti in causa del caso LASME di San Nicola di Melfi (PZ) hanno trovato un primo accordo per poi provare a verificare soluzioni definitive all'incontro che si terrà al Ministero dello Sviluppo Economico che avrà luogo al massimo entro il 4 settembre.
Sino a quella data la LASME si è impegnata a sospendere temporaneamente le procedure di mobilità per i 174 dipendenti e ha riconosciuto i giorni di sciopero sino al 4 settembre come giornate lavoratiove, pertanto retribuite. L'incontro presieduto da prefetto potentino, Luigi Riccio, sembra aver dati i primi frutti, ma non tutto è risolto.
In serata, intanto, dopo una riunione immediatamente successiva all'incontro di potenza, il sindacato ha deciso che, per ora, la forma di protesta degli gli operai appollaiati sul tetto potesse sospendersi. I sette lavoratori sono quindi scesi tra gli applausi dei loro compagni "sempre pronti a ritornare su se sarà necessario!", così dice uno dei lavoratori scesi, stanco, provato ma fermo e convinto della propria forma di lotta e protesta per il posto di lavoro.

I precari della scuola in rivolta, oltre 57mila senza lavoro!

[da Repubblica.it del 28/08/2009]
Le lezioni non sono ancora iniziate, le proteste sì. In questo scorcio d'agosto, i precari della scuola sono impegnati a protestare contro i tagli al personale della scuola che lasceranno a casa migliaia di lavoratori. Tre giorni fa, a Salerno un gruppo di precari ha occupato la sede dell'Ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli studi). Stessa forma di protesta a Trapani, mentre a Venezia si è svolto un sit-in. E ogni giorno l'elenco delle proteste a livello locale si allunga. A Palermo il presidio è diventato permanente con due assistenti tecnici (tecnici di laboratorio) che sono al quarto giorno di sciopero della fame. Il perché è presto detto. I tagli agli organici del personale (42 mila e 500 insegnanti e 15 mila del personale ausiliario in un solo anno) colpiscono soprattutto i precari della scuola. Secondo una prima stima effettuata dalla Flc Cgil subito dopo i trasferimenti saranno almeno 16 mila i supplenti di scuola media e superiore che non troveranno più la cattedra. Cui occorre sommare i colleghi della scuola elementare, appiedati dallo smantellamento del "modulo", e almeno 10 mila Ata che dopo anni di supplenza e l'aspettativa di entrare di ruolo si ritrovano disoccupati. Nei prossimi giorni, quando si svolgeranno le convocazioni per l'assegnazione delle supplenze, la protesta si estender. Perché soltanto allora i precari avranno l'esatta percezione di quanti di loro resteranno senza lavoro. Una situazione che, specialmente al Sud, rischia di trasformarsi in emergenza sociale. Intanto i sindacati affilano le armi. Il 23 ottobre è previsto il primo sciopero dell'intera categoria, proclamato dai Cobas, che porterà in piazza la scuola assieme a tutti gli altri lavoratori del pubblico impiego. Ma l'avvio delle lezioni potrebbe subire un improvviso scossone per effetto dei 15 mila precari, patrocinati dall'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione), che hanno ottenuto dal Tar Lazio l'inserimento in graduatoria "a pettine" (cioè, in base al punteggio) e non "in coda", come preteso dalla Lega, nelle altre tre province scelte qualche settimana fa. Per il momento, il ministero ha dato indicazioni agli uffici periferici di ignorare la sentenza (sta partendo il ricorso al Consiglio di stato?) e sulla base di quelle stesse graduatorie provinciali si stanno assumendo in ruolo quasi 4 mila docenti e si stanno assegnando tutte le supplenze. Ma cosa accadrà se il massimo organismo della giustizia amministrativa (il Consiglio di Stato) dovesse confermare quanto già stabilito dal Tar? Occorrerà ripetere tutte le nomine, con un inevitabile balletto di insegnanti ad anno scolastico abbondantemente iniziato, oppure il governo si vedrà "costretto" ad emanare un provvedimento legislativo (magari un decreto-legge) che "sani" la situazione e faccia passare in secondo piano i pronunciamenti del Tar.

giovedì 27 agosto 2009

LASME: il Governo annuncia il tavolo, il Sindacato un Coordinamento...

Un incontro sulla Lasme di Melfi sarà convocato per i primi giorni della prossima settimana. Lo annuncia il ministero dello Sviluppo Economico, il dicastero guidato dal ministro Claudio Scajola, che sottolinea anche l'attenzione dell'esecutivo per la vertenza della Cnh di Imola.

In particolare, si legge in una nota del dicastero di via Veneto, per quanto riguarda Cnh "il 30 luglio scorso si è svolto al Ministero un incontro con le parti, a seguito del vertice sul piano industriale Fiat tenutosi a Palazzo Chigi il 18 giugno con il presidente Silvio Berlusconi, il ministro Claudio Scajola e l'amministratore delegato del Gruppo torinese, Sergio Marchionne. Anche in agosto sono proseguiti i contatti con l'azienda e i sindacati, finalizzati a riattivare quanto prima il confronto per individuare soluzioni condivise che consentano un futuro industriale allo stabilimento".

Per quanto riguarda la Lasme invece, il ministero rende noto "che nei primi giorni della prossima settimana si terrà un incontro sulla vicenda della Lames di Melfi, azienda dell'indotto Fiat, di cui pure si e' prospettata la chiusura con il trasferimento della produzione in un altro stabilimento dell'azienda".

Intanto i segretari dei sindacati confederali della Basilicata, Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati di categoria dei metalmeccanici, Fiom, Fim, Uilm, hanno scritto alle segreterie nazionali e alle segreterie regionali della Liguria per chiedere di costituire un coordinamento sulla vertenza della Lasme di San Nicola di Melfi.

''Il gruppo industriale Lames di Chiavari (Genova) - scrivono i sindacati lucani - ha deciso di liquidare la società Lasme di San Nicola di Melfi (Potenza), che produce da oltre 10 anni alzacristalli e moduli per Fiat, con il conseguente licenziamento di tutti i 174 lavoratori. E' utile ricordare che la chiusura di San Nicola di Melfi comporta il trasferimento delle produzioni a Chiavari in un processo di delocalizzazione - riorganizzazione''.

Per i sindacati è ''opportuna e necessaria la realizzazione del coordinamento nazionale dell'intero gruppo e la convocazione dello stesso, al fine di definire una proposta unitaria tesa a difendere gli attuali livelli produttivi ed occupazionali''. Prosegue intanto il presidio ad oltranza di sette operai che quasi 48 ore fa ono saliti sul tetto della fabbrica nella zona industriale di San Nicola di Melfi.

mercoledì 26 agosto 2009

Gratta LASME... trovi SATA

[volantino di "Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ) del 26 Agosto 2009]

Gli operai della LASME continuano la loro azione di lotta in difesa del posto di lavoro. Dopo un mese di presidio davanti all’azienda e la decisa azione del 24 agosto presso la Confindustria di Potenza, alzano il loro livello di lotta sindacale mettendo piede in azienda per garantire una possibilità di successo alla loro battaglia.
Il prossimo appuntamento è stabilito per venerdì 29 presso la Prefettura, NON PER PARLARE DEI PERCORSI DI CHIUSURA DELLA LASME, MA DELLE MODALITÀ DI PIENA RIPRESA DELLA SUA ATTIVITÀ PRODUTTIVA.
Gli operai Della LASME hanno il diritto di continuare la loro azione civile di lotta sindacale, ma devono respingere ogni pericolosa provocazione ed ogni invito di "sirene"che indicano falsi ed illusori percorsi di soluzioni per liberare l’AZIENDA dalle sue responsabilità.
SINISTRA E LIBERTÀ sostiene gli operai della LASME nella loro lotta ed invita tutta la popolazione ad essere al loro fianco in tutti i modi possibili.
Gli operai della LASME che ora difendono il loro posto di lavoro anticipano la necessità che l’intero comparto automobilistico di San Nicola di Melfi prenda coscienza di una grave situazione di difficoltà e disagio che rischia di far ricadere sui lavoratori, sulle popolazioni e sull’economia del nostro territorio le scelte che si fanno altrove e a nostro danno.
Oggi vuole chiudere LASME, lasciando sulla strada 174 lavoratori, domani quali altre aziende dell’indotto decideranno di chiudere con la connivenza del committente principale, SATA, cioè FIAT, con la furtiva logica “INCASSA CONTRIBUTI E SCAPPA PER DELOCALIZZARE”?
Siamo del parere che al tavolo delle trattative per evitare che LASME chiuda, oltre ai diretti interessati, operai e LASME, ed alle Autorità politiche del territorio, debba partecipare il responsabile principale dell’area, la FIAT per esplicitare i suoi programmi e per trattare del futuro del settore automobilistico di Basilicata.
Prima che il nascente POLO TECNOLOGICO diventi una pericolosa illusione dispendiosa per le casse della nostra Regione, riteniamo che le nostre popolazioni abbiano il diritto di conoscere i programmi per il futuro del comparto nelle nostre zone e di vedere responsabilmente garantito il futuro degli operai LASME oggi, di tutto l’indotto domani, dal principale responsabile e protagonista del settore: FIAT.

mercoledì 12 agosto 2009

LASME... 180 lavoratori senza prospettiva

E' noto da qualche tempo che la industria LASME - industria dell'indotto FIAT-SATA di San Nicola di melfi (PZ) - è in liquidazione, mettendo sulla strada circa 180 lavoratori.
Da parte del Circolo di "Sinistra e Libertà" di Lavello (PZ), Comune vicinissimo geograficamente alla Piana di San Nicola e con molti operai della nostra comunità ivi occupati, esprimiamo solidarietà e vicinanza alla lotta dei lavoratori per difendere il proprio lavoro.
Condanniamo il modo con cui l'impresa ha operato e le modalità messe in atto dalla dirigenza, nonché la mancanza di volontà a trovare una soluzione con le parti.
Nella speranza di poter vedere vinta la lotta anche da parte di questi lavoratori, "Sinistra e Libertà" di Lavello si rende disponibile ai lavoratori per aiutarli nella lotta attraverso i modi e i tempi che gli operai crederanno opportuni.

Circolo "Sinistra e Libertà"
di Lavello (PZ)

Viva Nichi Vendola!!!

[di Fausto Bertinotti, da "L’Altro" del 12 agosto 2009]
Viva Nichi Vendola! Questa è la mia risposta - la prima, la più immediata ma anche quella più meditata - alle vicende pugliesi. Non è solo la solidarietà che è giusto e doveroso esprimere a un amico, a un compagno di lunghissimo corso, con il quale si sono condivisi una stagione, molte sconfitte, qualche successo. E’ anche e soprattutto un’idea della politica. Non malgrado, ma proprio in virtù del legame che ci unisce, sento la necessità di rivendicare, prima di ogni altra cosa, una presunzione di verità politica che è interamente dalla sua parte. Tanto più in una fase come questa, nella quale, anche nella sinistra in disfacimento, scatta invece la mera logica del “contro”, quasi oramai come un vestito che ci si è cuciti addosso. Da parte mia, appunto, avverto come prioritaria l’idea di appartenenza pubblica. Nichi e io abbiamo fatto parte, facciamo tutt’ora parte, della stessa comunità politica scelta - una nozione che va ben oltre quella di partito e che ci richiama a quella diversità che è forse la ragione qualificante della nostra intrapresa.
Siamo diversi non perché migliori o antropologicamente surdeterminati, ma perché ci muove l’ambizione di cambiare il mondo. Siamo diversi non in quanto singole persone o ceto politico, ma perché rispondiamo a quella comunità, a quella storia collettiva, a quelle speranze di cambiamento - e l’azione della politica è solo l’ancella, per quanto privilegiata - di questa prospettiva.
Questo è l’essenziale nella storia di Nichi Vendola, da giovane comunista a governatore della Puglia, da brillante intellettuale a leader politico nazionale.
Questo è ciò che vale e che va rivendicato. Ma allo stesso tempo non è forse questo anche il metro garantista che ci dovrebbe guidare sempre, tutte le volte cioè che il potere giudiziario coinvolge l’autorità politica? Per noi l’autonomia della magistratura è un fondamento, quasi sacro, della civiltà moderna.
E anche in questa circostanza non possiamo che ribadire l’auspicio di sempre che “la giustizia faccia il suo corso”. Solo che, nell’inchiesta pugliese, si sta verificando un paradosso pressoché clamoroso: il garantismo, che serve a tutelare chi è sottoposto a un’indagine che sfonda sulla presunzione di innocenza di chi è accusato, e gli fornisce gli strumenti necessari di difesa, almeno fino a quando non sia emesso un verdetto, da strumento nobile si va rovesciando nel suo contrario.
Nichi Vendola non è accusato di alcun reato, ne è soggetto ad un inchiesta specifica che lo riguardi: perciò nel nome di regole garantiste formalmente proclamate, nei suoi confronti viene brandita una vera e propria fiera del sospetto.
Scatta un’impressionante meccanismo mediatico accusatorio e scatta la sovrapposizione costante della figura di Nichi Vendola a la nozione di reati, ruberie, corruzione. E si leva un coro di condanna preventiva.
Perché? In verità, la natura di questa offensiva è sotto gli occhi di tutti, quotidianamente, ed è molto chiaro l’obiettivo che si propone: la demolizione di una personalità e di un’esperienza politica.
Non è una persecuzione dettata da chissà quale malevolenza. Non è un complotto classico. E’ una risposta della politica conservatrice. Giacché Nichi Vendola è la Puglia - la Puglia che vuole cambiare, la Puglia che fa eccezione alle sconfitte che colpiscono nel resto d’Italia la sinistra e il centro sinistra.
Nichi ha reso possibile ciò che sembrava impossibile: prima, trasformare le primarie in un vero e proprio “patto col popolo”, che assomiglia alle più avanzate esperienze dell’America latina assai di più che non all’esangue e spettacolare ritualità della Sinistra Europea; poi, proseguire in un’azione di governo innovativa, che ha scosso molti interessi forti della società pugliese e costruito una mobilitazione della società civile che incarna le istanze gramsciane.
Lo ha fatto, come dicevamo, in controtendenza mentre la sinistra offriva di sé le note cattive prove - e non ha lavorato soltanto sul terreno del riscatto del sud, ma si è mosso nella direzione di un nuovo meridionalismo in stretta connessione con il Mediterraneo.
Ora, neppure sugli anni di governatorato di Nichi Vendola fin qui realizzati, rinunciamo alle virtù della critica e dell’autocritica. L’eccezione pugliese ha avuto, continua ad avere, i suoi limiti. Eppure resta un’ eccezione del tutto singolare nel panorama italiano.
Questo, ancora, è l’essenziale. Questo dovrebbe essere il criterio che guida tutta la sinistra, di qualunque orientamento.
Invece la sinistra appare del tutto inadeguata: non difende Vendola, oscilla tra l’invettiva giustizialista e mille giochi tattici di corto, cortissimo respiro. E’ un segno inequivocabile della sua crisi strategica ma anche della sua incapacità di fronteggiare davvero l’offensiva degli avversari. Accade così che, dall’antica alterigia e presunzione di immunità rivendicata per tutti i suoi membri, si è passati alla propensione diametralmente opposta: non tutti eguali davanti alla legge, come è giusto che sia, ma tutti eguali!
Accade così che si getta via il bambino (le ragioni politiche ideali della diversità) insieme all’acqua sporca (la presunzione) e si offrono nuovi varchi alla deriva populista. Accade, ancora, che si è diventati incapaci di capire quali sono gli interessi materiali concreti colpiti, la loro reazione,la necessità di fronteggiarla - e con quali strumenti.
Anche qui con un rovesciamento culturale che ha dell’incredibile: dall’antica fissa giacobina del “complotto reazionario” che si vedeva sempre dietro l’angolo, si è passati alla cancellazione totale di ogni analisi delle forze in campo.
Come se la politica fosse di colpo diventata neutrale. Ma che in Puglia gli interessi colpiti si stiano mobilitando per mettere fine alla anomalia che Nichi Vendola rappresenta, e per riportare la regione all’ordinaria condizione del quadro italiano, a me pare evidente. Palmare.
Dunque, lo ripetiamo: la giustizia faccia il suo corso. Ma contemporaneamente la politica faccia la sua parte. Prenda parte.