Incomincia domani (venerdì 22 Ottobre) a Firenze il primo congresso di Sinistra Ecologia Libertà. Finalmente, mi verrebbe da dire, dopo un lungo cammino ci siamo. Il mio primo pensiero va a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento, alle compagne e ai compagni che nei territori si sono adoperati instancabilmente per fare di questa tre giorni un prezioso e non procrastinabile nuovo inizio.
Quella che sta per aprirsi è una grande avventura. Nasciamo come un seme e i semi, quelli buoni, muoiono: il nostro seme non finirà sotto una campana di vetro, perché il nostro obiettivo non è il 5 o il 6 per cento. Abbiamo l’ambizione che questo seme aiuti l’Italia a tornare a essere un giardino, per questo metteremo in circolazione un vento di cambiamento che possa scuotere tutto il centrosinistra: la nostra meta è costruire la sinistra e la missione della sinistra è un percorso di libertà e giustizia.
Siamo di fronte ad una crisi mondiale, europea e alla dissoluzione del nostro paese. Abbiamo il dovere di alzare lo sguardo, di tenere una discussione non legata al culto della contingenza ma desiderosa di condurre alla fuoriuscita dalla cultura politica berlusconiana, da quell’idea di società, dalle pulsioni repressive e di oltranzismo padronale, per affermare il primato dei diritti di libertà, sociali e umani, la lotta alla precarietà, la centralità della scuola pubblica e dell’università. Possiamo scrivere una pagina importante della storia del nostro Paese. Buon congresso a tutti e a tutte!
Quella che sta per aprirsi è una grande avventura. Nasciamo come un seme e i semi, quelli buoni, muoiono: il nostro seme non finirà sotto una campana di vetro, perché il nostro obiettivo non è il 5 o il 6 per cento. Abbiamo l’ambizione che questo seme aiuti l’Italia a tornare a essere un giardino, per questo metteremo in circolazione un vento di cambiamento che possa scuotere tutto il centrosinistra: la nostra meta è costruire la sinistra e la missione della sinistra è un percorso di libertà e giustizia.
Siamo di fronte ad una crisi mondiale, europea e alla dissoluzione del nostro paese. Abbiamo il dovere di alzare lo sguardo, di tenere una discussione non legata al culto della contingenza ma desiderosa di condurre alla fuoriuscita dalla cultura politica berlusconiana, da quell’idea di società, dalle pulsioni repressive e di oltranzismo padronale, per affermare il primato dei diritti di libertà, sociali e umani, la lotta alla precarietà, la centralità della scuola pubblica e dell’università. Possiamo scrivere una pagina importante della storia del nostro Paese. Buon congresso a tutti e a tutte!
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