Ho chiesto alle forze politiche, a partire da quelle del centrosinistra, di occuparsi della sospensione di tre operai (due dei quali sono delegati Fiom) dello stabilimento Fiat di Melfi e di sostenere le giuste richieste delle organizzazioni sindacali.
Ho condiviso la richiesta di ritiro delle sospensioni fatta nei giorni scorsi dai partiti, ad eccezione del Pdl, presenti nel Consiglio regionale della Basilicata. Lo considero un fatto di grande rilievo: testimonia che su questioni così rilevanti come il diritto al lavoro, il rispetto del diritto di sciopero e della dignità dei lavoratori, non ci possono essere differenzazioni tra i partiti. È anche un segnale politico importante rivolto alla direzione dello stabilimento di Melfi e al management della Fiat.
Auspico la ripresa del dialogo tra le parti. L’esperienza di lotta conosciuta come ‘la primavera degli operai della Fiat di Melfi’, promossa dalla Fiom, che ha rappresentato una esperienza positiva, non è servita da lezione ai ‘falchi’ della Fiat che continuano a sottovalutare il livello di tensione esistente in tutti gli stabilimenti del gruppo, soprattutto dopo la vicenda Pomigliano.
A Melfi con l’atto compiuto dalla Fiat si vuole sospendere il diritto allo sciopero e l’esercizio della rappresentanza democratica. In questa difficile congiuntura economico-sociale atteggiamenti aziendali che fanno tornare le relazioni sindacali indietro agli anni più bui di scontro tra lavoratori, sindacati ed azienda oltre a ledere diritti individuali mettono a rischio gli interessi generali della nostra comunità e dell’intero Paese.
Nichi Vendola
Ho condiviso la richiesta di ritiro delle sospensioni fatta nei giorni scorsi dai partiti, ad eccezione del Pdl, presenti nel Consiglio regionale della Basilicata. Lo considero un fatto di grande rilievo: testimonia che su questioni così rilevanti come il diritto al lavoro, il rispetto del diritto di sciopero e della dignità dei lavoratori, non ci possono essere differenzazioni tra i partiti. È anche un segnale politico importante rivolto alla direzione dello stabilimento di Melfi e al management della Fiat.
Auspico la ripresa del dialogo tra le parti. L’esperienza di lotta conosciuta come ‘la primavera degli operai della Fiat di Melfi’, promossa dalla Fiom, che ha rappresentato una esperienza positiva, non è servita da lezione ai ‘falchi’ della Fiat che continuano a sottovalutare il livello di tensione esistente in tutti gli stabilimenti del gruppo, soprattutto dopo la vicenda Pomigliano.
A Melfi con l’atto compiuto dalla Fiat si vuole sospendere il diritto allo sciopero e l’esercizio della rappresentanza democratica. In questa difficile congiuntura economico-sociale atteggiamenti aziendali che fanno tornare le relazioni sindacali indietro agli anni più bui di scontro tra lavoratori, sindacati ed azienda oltre a ledere diritti individuali mettono a rischio gli interessi generali della nostra comunità e dell’intero Paese.
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