

Innovazione. Sostenibilità. Autosufficienza. Sono questi i parametri di riferimento del Master Plan capitolino che in un arco di tempo di 20 anni promette di fare della Capitale un inno internazionale all’equilibrio tra attività antropiche, sviluppo economico e tutela ambientale. Una città divisa in tre anelli concentrici, strettamente interconnessi: un centro vitale e dinamico, di natura residenziale, con numerosi spazi verdi e trasporti efficienti; una zona mediana, commerciale e industriale, dove ogni edificio possa vantare sistemi di autoproduzione energetica propri (pannelli fotovoltaici e sistemi di cogenerazione a gogo); e un ultimo anello rappresentato dall’agro romano, su cui investire nella produzione agroalimentare locale come più volte già proposto da Slow Food.
La grande mission di Roma, nell’aera della Terza rivoluzione industriale, è quello di diventare il faro che faciliterà la transizione dall’attuale geopolitica verso la politica della biosfera e di contribuire al risanamento del pianeta per le future generazioniSostiene Rifkin, in controtendenza rispetto a quanti temono che i ritardi accumulati nel settore dei trasporti e dell’edilizia siano troppi per poter spingere la capitale verso un simile disegno… Intanto, il calendario per i primi dieci anni è già pronto e dovrebbe portare, fra gli altri, alla predisposizione di nuove isole energetiche alla Sapienza, alla valorizzazione energetica dei residui arborei, ad un piano energetico all’Eur e all’illuminazione pubblica a emissioni zero.
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