Ieri pomeriggio, è stato presentato il Master Plan di sviluppo energetico ed economico per la città di Roma al Campidoglio, alla presenza del sindaco Alemanno. Il progetto, realizzato dall’equipe di Jeremy Rifkin - il noto economista e scrittore green statunitense - è valso sei mesi di lavoro per 25 persone che hanno messo a punto un piano per certi versi avveneristico, ma certamente (utopistica?) speranza per molti. Dieci miliardi di euro fino al 2030 dovrebbero essere investiti, per un totale annuo pari a circa cinquecento milioni, con la promessa della riduzione della concentrazione di C02 nell’atmosfera pari ad almeno il 46%.
Innovazione. Sostenibilità. Autosufficienza. Sono questi i parametri di riferimento del Master Plan capitolino che in un arco di tempo di 20 anni promette di fare della Capitale un inno internazionale all’equilibrio tra attività antropiche, sviluppo economico e tutela ambientale. Una città divisa in tre anelli concentrici, strettamente interconnessi: un centro vitale e dinamico, di natura residenziale, con numerosi spazi verdi e trasporti efficienti; una zona mediana, commerciale e industriale, dove ogni edificio possa vantare sistemi di autoproduzione energetica propri (pannelli fotovoltaici e sistemi di cogenerazione a gogo); e un ultimo anello rappresentato dall’agro romano, su cui investire nella produzione agroalimentare locale come più volte già proposto da Slow Food.
La grande mission di Roma, nell’aera della Terza rivoluzione industriale, è quello di diventare il faro che faciliterà la transizione dall’attuale geopolitica verso la politica della biosfera e di contribuire al risanamento del pianeta per le future generazioniSostiene Rifkin, in controtendenza rispetto a quanti temono che i ritardi accumulati nel settore dei trasporti e dell’edilizia siano troppi per poter spingere la capitale verso un simile disegno… Intanto, il calendario per i primi dieci anni è già pronto e dovrebbe portare, fra gli altri, alla predisposizione di nuove isole energetiche alla Sapienza, alla valorizzazione energetica dei residui arborei, ad un piano energetico all’Eur e all’illuminazione pubblica a emissioni zero.
Nessun commento:
Posta un commento