Di fronte ai grandi e soprattutto repentini cambiamenti della società e del sistema produttivo le istituzioni dovranno ancora di più difendere questo valore in un momento in cui l’economia è in grande difficoltà; valore che determina la crescita della persona e della società nella quale vive. Il tasso di occupazione del nostro territorio è calato enormemente, è cresciuto spaventosamente il numero dei lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, è cresciuto spaventosamente il numero dei giovani e delle donne che hanno un contratto di lavoro precario.
Che cosa significa? Che i giovani non sono più in grado di progettare il loro futuro, che le famiglie e la società sono più deboli e insicure! Le istituzioni dovranno garantire ai cittadini e al mondo produttivo un “buon” lavoro, rivolto alla non-precarietà. Aiuti economici alle donne che lavorano, con gli assegni formativi e con gli incentivi alle imprese che investono sulle lavoratrici e sui lavoratori. Promuovere l’inserimento delle persone disabili e rafforzando un sistema di sostegni a favore di chi il lavoro lo cerca per la prima volta e di chi lo perde o lo cambia.
Le istituzioni dovranno sempre più accollarsi un compito impegnativo e dovranno assolverlo con la collaborazione di tutti: cittadini lavoratori, imprese e organizzazioni sindacali. Il nostro territorio ha le risorse, le competenze e la volontà per diventare “all’avanguardia” per qualità dello sviluppo, coesione sociale, sostenibilità ambientale, promozione della solidarietà. E’ fortemente necessario contrastare la precarizzazione del lavoro e l’idea di una crescita a due velocità; per questo è necessario scegliere di agire con una visione di insieme. La qualità dello sviluppo economico dipende dalla qualità del lavoro e dalla sua sicurezza, dalla coesione sociale, dalla capacità di una comunità di crescere insieme.
Buon 1° maggio a tutti!