martedì 16 settembre 2008

Il Movimento per la Sinistra...

Chianciano Terme (SI), 25 gen. (Apcom) - Contrordine: non una scissione ma un nuovo movimento, non un partito ma "un partire". Il viaggio di Nichi Vendola fuori da Rifondazione Comunista per riunire l'area a sinistra del Pd, nel weekend di Chianciano Terme, vive così solo una prima tappa, ovvero la nascita del Movimento per la Sinistra, nel quale si scioglie la Rifondazione per la Sinistra sotto la cui sigla era stato convocato l'appuntamento di questi giorni.

A dispetto delle attese della vigilia, e al contrario di quanto avesse lasciato presagire la relazione vendoliana di ieri, il gruppo che si riconosce nelle posizioni del governatore pugliese ha deciso di sottoporre al territorio il documento d'indirizzo politico che, discusso in un nuovo appuntamento ancora da fissare, potrà eventualmente esplicitare la scissione. Questioni di forma (l'assemblea 'aperta' del PalaMontepaschi non era del tutto rappresentativa) ma soprattutto di sostanza (l'ala bertinottiana non vuole ancora uscire dal Prc, e c'è chi aveva proposto la "doppia tessera") sono alla base della frenata.

Fra i molti interventi dal palco, in pochi hanno annunciato esplicitamente la loro fuoriuscita dal vecchio partito: tra di loro, lascia Elisabetta Piccolotti, portavoce nazionale dei Giovani Comunisti, poi eletta fra i dieci membri del nuovo coordinamento provvisorio del Movimento. Con lei, un mix di giovani e veterani: Celeste Costantino, Titti De Simone, Elettra Deiana, Daniele Farina, Nicola Fratoianni, Alfonso Gianni, Beatrice Giavazzi, Gennaro Migliore, Alì Rashid. Anche se, per le voci sotto il tendone, il nome più votato dall'assemblea era stato quello di Fausto Bertinotti.

Applauditissimo, in mattinata, un oratore che al Prc non si è mai iscritto, Piero Sansonetti, secondo cui la questione da porsi non è se fondare o meno un nuovo partito: "Non facciamo di questa domanda l'assoluto della nostra discussione", ammonisce l'ex direttore di 'Liberazione', che attacca lo "stalinismo apolitico" del Prc verso il giornale.

Per Vendola il distacco è tuttavia già avvenuto: "C'è l'uscita - ha detto - e naturalmente con tutti quelli che pensano, e in questa platea sono in una minoranza, di restare in Rifondazione, siccome pensano di restarvi sempre per fare lì dentro la battaglia per costruire il nuovo soggetto della sinistra, noi con quei compagni e quelle compagne continueremo a parlare". L'impresa, ne è convinto, è possibile: "Basta che domani non siamo una caricatura di ieri - mette in guardia - e non siamo una miniatura di ciò che abbiamo già sperimentato".

Impossibile invece ricomporre la frattura tra i vendoliani ed il vertice del Prc, anche dopo l'appello e la critica, ieri, del segretario Paolo Ferrero: "Dire che usciamo per andare a destra, e fare una corrente esterna al Pd - ha risposto oggi Vendola nel suo intervento conclusivo - serve solo per trattenere qualcuno, serve solo a fini di battaglia politica interna. Se c'è una cosa di cui non ha paura il Pd è proprio una Rifondazione Comunista come quella gestita da Paolo Ferrero, perché il moderatismo non si sente incalzato dal settarismo, anzi".

Claudio Grassi, alleato principale dell'ex ministro alla guida del Prc, attacca a sua volta il nuovo Movimento, che punterebbe ad "una scissione da Rifondazione Comunista con l'obiettivo di costruire un nuovo partito della sinistra guidato da Massimo D'Alema", e sottolinea che l'adesione al nuovo progetto "diminuisce via via che si scende dagli organismi dirigenti centrali ai territori". Mostrano interesse per il progetto vendoliano, invece, i leader dei Verdi e di Sd, Grazia Francescato e Claudio Fava: secondo quest'ultimo "la scelta di Nichi Vendola, sofferta e consapevole, si traduce in un contributo fondamentale per costruire insieme una sinistra nuova".


L'intervento conclusivo di Nich Vendola a Chianciano (25/01/2009)